Chiudi gli occhi, apri la bocca: ecco, una volta se lo facevi a sproposito, minimo ingoiavi una mosca.
Ad oggi, per blaterare a sproposito senza fare il pieno di moscerini, bastano un pc e una connessione.
Le macerie delle nostre interazioni online sono virtuali, ma sparse tutto intorno a noi: sono pesanti e non è facile spostarle, anzi: la tentazione è di frantumarle in pezzi più piccoli e più invasivi, fino a renderle sassi e sassolini e poi ancora ghiaia, tanto per il gusto di infilarle in qualche scarpa e rovinare la giornata a qualcuno.
Il “condominio” Facebook
L’opinionismo sfrenato non è nato ieri: si è evoluto. Dal muretto sotto casa ai corridoi della scuola, fino ai forum, ai commenti sotto ai post sul blog, ai social. Haters gonna hate, ovunque. Non è che Facebook ha inventato un nuovo modo per odiarsi meglio; è solo questione di numeri: più si è, più caciara si fa. Il Socialino è un condominio dove gli abitanti aprono continuamente la finestra per gettare spazzatura sulla testa degli altri, scannarsi col vicino o parlare male del prossimo senza nemmeno scomodarsi a scendere le scale.
Davvero siamo costretti a subire queste macerie umane e sociali intorno a noi senza rimedio?
Stai per dirlo: “Facebook ha rovinato tutto!”
I mezzi di comunicazione sono – perdona la tautologia – mezzi: non hanno una connotazione finché qualcuno non comincia a usarli. Un coltello non ha mai ammazzato nessuno, una penna non ha mai deciso di scrivere un romanzo e un profilo Facebook non prende iniziative andando in giro a insultare.
6 regole per un buon vicinato sui social
Io, quando mi ritrovo nel mezzo di una “riunione condominiale” su Facebook, seguo sei piccole e semplici regole che potrebbero essere utili anche a te. Anzitutto:
- Non è obbligatorio rispondere a tono a chiunque: inviteresti a cena a casa tua tutti quelli che suonano al citofono? Allora discuti solo con chi divideresti il tuo cibo e il tuo tempo. Poi, magari, il dibattito va in vacca lo stesso, ma almeno potrai selezionare meglio le tue amicizie.
- Non è obbligatorio far sapere a tutti la tua opinione sul topic del momento. Certo, non vuol dire che tu non debba esprimerti liberamente; però non sei obbligato solo perché tutti lo fanno. Mia nonna diceva: “se i tuoi amici si buttano giù da un ponte che fai, li segui?”. Ecco.
- Non è obbligatorio essere scortesi, anche se molto arrabbiati. Ricorda che la gentilezza è moneta di scambio e vale moltissimo online come nella vita. Di recente ho ricevuto su una pagina un commento ad alta percentuale di succo di limone acerbo. Ho risposto ringraziando per avere posto il problema. Ho ricevuto una promessa di fedeltà ai contenuti. Non male, visto come era partita, no?
Al contrario, invece:
- È lecito ignorare: se proprio non ti piace quello che hai letto, passa oltre.
- È lecito difendere le proprie opinioni: purché esprimano il tuo punto di vista con equilibrio e con un linguaggio all’altezza del tuo pensiero. Se ti accorgi che non lo è, vai ai primi tre punti e ripassa.
- È lecito – anzi – sarebbe anche obbligatorio per amore di te stesso, informarsi. La maggior parte delle polemiche che leggo sui Social si fondano su megabufale alle quali abbocchiamo come tanti merluzzi rintronati.
Ricostruire una community non è facile, è titanico, se non ci si organizza. Il web è casa anche tua: puliscila, tienila ordinata, invita chi ami a passare del tempo insieme a te. Sarà più bello, quando le pareti ingialliscono, dare una nuova mano di bianco insieme.
Erika Muscarella per malacopia
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