È per questo che seguo la legge dell’ortica (che ogni giorno mi incita). Quando butto giù il testo, che vuoi che ti dica (non c’è gusto se non irrita).

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Se anche il mio corregionale Caparezza cita l’ortica in una delle sue “urticanti” canzoni, vuol dire che su questa pianta occorre proprio spendere due paroline!

La metafora è semplice: la legge dell’ortica è un manifesto programmatico. Alle canzoni banali di molti colleghi, Capa preferisce canzoni “irritanti”, come appunto l’ortica. Un riferimento non certo banale, anzi! Quando (erroneamente) si dice: mandare tutto alle ortiche!

Se tutti diventassimo più urticanti e andassimo di più per ortiche anche la nostra salute ne gioverebbe! La nostra bistrattata e pungente ortica fa parte di quella lunga lista di cose invisibili alla maggior parte delle persone. Si sa che la gente è ormai abituata a dar valore solo a quello che costa tanto, magari banale, anche se vale poco. Il contrario dell’ortica: costa poco, anzi, quasi sempre è gratis e vale moltissimo!

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Anche in natura l’ortica detta legge! Mi trovavo nel nord-est della Francia, regione Lorainne, fiume Mosella. Era il 1993. Io (allora 13enne) e mio cugino scappiamo da casa della nonna e andiamo a giocare a pallone tra i prati infestati, selvaggi e naturali poco prima della riva. Dall’altra parte, si vedevano (e si vedono ancora), tre belle fumanti centrali nucleari. Io, incurante e incosciente, corro come un cavallo (all’epoca sì che avevo fiato e gambe!) quando, ad un tratto, inciampo e cado letteralmente dentro un cespuglio di ortiche! Non vi dico che dolore (non imprecavo in francese solo perché non sapevo come si facesse)! Morale della favola: le ortiche mi hanno salvato dai campi contaminati. E, a distanza di anni, mi hanno fatto capire che la natura, per fortuna, tenta di riprendersi i propri spazi e che crea antidoti naturali ai veleni prodotti dall’uomo!

16256Insomma, altro che erbaccia da sradicare o tutt’al più da sfruttare in cosmetica come infinitesimale ingrediente per implasticati shampoo antiforfora. Quest’erba spontanea, che si incontra nei boschi e lungo le strade, punge solo a non saperla cogliere per il verso giusto e ha partecipato nel suo piccolo alla storia del mondo. Pare che il primo a utilizzarla sia stato Nabucodonosor Re di Babilonia, che decise di nutrirsi di sola ortica per sette anni per ritrovare la saggezza perduta (alla fine della dieta l’avrà ritrovata la saggezza? Meglio i sette anni di ortica del Nabuco o i sette anni in Tibet di Brad Pitt?!). I soldati romani ne facevano un uso più traumatico: nei luoghi con clima rigido, si percuotevano il corpo con le ortiche poiché l’urticazione aveva effetto riscaldante. Qualità, quest’ultima, che secondo la medicina popolare ne faceva un ottimo rimedio naturale per curare le parti del corpo colpite da affezioni reumatiche. Ecco, forse oggi eviterei di percuotermi così con le ortiche! Vi immaginate andare in giro con i segni delle percosse orticarie? Vi scambierebbero per rimbambiti.

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Inoltre, già ai tempi di Ippocrate se ne assumeva il succo fresco per curare diversi disturbi (ipertensione e gotta comprese) e come applicazione esterna per curare i morsi velenosi di serpenti e scorpioni. E poi l’ortica si mangia e si usa per preparare piatti gustosi e di sicuro effetto: dalle lasagne al risotto, dalle frittate agli gnocchi, dalla crema di ortiche al gelato, non c’è pietanza in cui l’ortica non possa essere gustata!

Come diceva Victor Hugo, ne «I miserabili»: «Con poca fatica, l’ortica sarebbe molto utile; la si trascura, diventa nociva. Allora la si uccide. Quanti uomini somigliano all’ortica!» (sono certo che Caparezza avrebbe voluto scrivere lui questo favoloso pensiero!).

Giuseppe Imbruno

…for malacopia