Scritto Misto di e con Luciano Manzalini, allestimento a cura di Marco Melluso e Diego Schiavo all’Auditorium Spazio Binario di Zola Predosa (Bologna), 15 marzo 2014.
Una scritturina non unta, per niente grassa: per uno spettacolo altamente digeribile, ma saturo di risate!
Luciano Manzalini non ci delude mai e, noi, sabato 15 marzo, allo Spazio Binario di Zola Predosa eravamo pronti. Ai posti. Via. Via: perché ci fa partire a palla, Luciano, e ci accompagna in quasi due ore di spettacolo che volano via spedite e veloci. Poi, senza cintura di sicurezza, ci siamo dovuti tenere stretti la panza, che a furia di ridere vengono i crampetti.
Scritto Misto: praticamente un piatto unico con al centro i racconti, le poesie, le canzoni di Luciano. Racconti brevi, lunghi, medi. Verdi, rossi e blu. Alti e bassi, mimati, col cappello e senza, danzati, romantici, un pochino splatter, col retrogusto amaro o con la lacrimuzza che quasi quasi scende. Ma, poi, no, non scende mica. Giusto il tempo di sentirla sfriccicare nell’angolino dell’occhio destro (sinistro, se siete mancini) e già ci scappa una risata, con il successivo scritto … ballo …mimo …coso.
È perfetto il Manza sul palco del piccolo teatro di Zola (Zol Angeles, come noi amiamo definire questa prestigiosa metropoli padana), coinvolge il pubblico a breve distanza e fa sentire anche noi come se fossimo sul palco.
Legge e declama, Luciano, passi dei suoi libri. E non nascondiamo una spiccata predilezione verso le poesie contenute nella sua raccolta “L’amore svenuto“, che vi abbiamo raccontato su questo blog non appena è stato pubblicato. Quale onore!
Insomma, ha un ritmo incalzante lo Scritto Misto, l’avrete capito, ormai.
Ecco sì, non è che si possa intrappolare questo spettacolo e chiamarlo, banalmente, reading e nemmeno recital. È teatro e anche molto di più. È comicità ma intelligente, come ci spiega Luciano nella premessa, e poi, se proprio lo sforzo psicologico dovesse diventare trooooppo insostenibile… ta-dan! Ecco che ci sfodera l’arma segreta, potentissima stemperatrice di tensioni teatrali e capace di convertire frequenze sonore libere in un suono universalmente riconosciuto. Tutto questo è il petofono! Che dire del petofono: il petofono è un’arma di distrazione di massa. E noi, vittime divertite, ci siamo proprio lasciati trascinare, senza porre resistenza alcuna. Perché la risata vince. Vince sempre.
Sissa Franceschelli per malacopia
Ps.: lasciateci dire con una punta di orgoglio che in questo spettacolo c’è anche un po’ di malacopia, sia perché ormai Luciano è uno dei nostri writers all’occhiello, sia perché questo bell’allestimento era curato da Marco Melluso e Diego Schiavo! 🙂
Scritto Misto di e con Luciano Manzalini, allestimento a cura di Marco Melluso e Diego Schiavo, musiche e sonorizzazione: Diego Schiavo
Arrangiamenti di “Mambro strambo” e “Com’è triste Cesena“: Davide Belviso.
Malacopia ringrazia Claudio Cassanelli per le fotografie (in copertina foto di Simone Gallini)
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