Malacopia_promessi_sposi_grandeEcco, finalmente. Sapevo che sarebbe prima o poi arrivato questo giorno. Un giorno fantastico, unico, memorabile, il GRANDE GIORNO da ricordare per milioni di italiani che neanche la liberazione d’Italia o la cancellazione definitiva dai palinsesti del Grande Fratello. Un giorno da proporre come festa nazionale, la FESTA di tutti gli studenti. Perché tutti gli studenti si sono dovuti leggere e studiare più volte (almeno due, alle scuole medie e alle superiori) quella incredibile PALLA noiosa che sono i “Promessi sposi“. Perché è giunta l’ora finalmente di essere sinceri e confessarci come in una virtuale seduta collettiva degli FSA (“Frustrati Studenti Anonimi”, ndr.) che il romanzo più celebrato della letteratura italiana sarà anche bello (io direi: passabile) ma è una grande ROTTURA DI MARONI. Finanche riassunto e letto sul bignami.

Onore al vero, avevano provato ad alleggerirlo prima il trio Marchesini- Solenghi- Lopez (“Salve sono Bella Figheira!”, “Pedro, vuoi bere qualcosa? Bevi qualcosa, Pedro!”) e, in tempi più recenti gli Oblivion (che, così facendo, sono diventati anche loro materia di studio!). ManzoniCiò nonostante, i Promessi Sposi, se si escludono alcuni passaggi di grande lirismo (penso alla madre di Cecilia), proprio non si affrontano. Mi sono sempre chiesto: ma possibile che Lucia, che voleva tanto sposarsi con il suo (Lo- come dicevano tutti) Renzo, mentre fugge pensa, nell’ordine, alle catene (nontuose), a seni (non è che a Renzo preferisse la Monaca di Monza!?!) e golfi, a promontori e ponti, ma non spende nemmeno una parola per il povero promesso sfigato!? Ma allora sei frigida, Lucia!!!

Ma andiamo per gradi. La notizia (che aspettavamo da anni, frementi come i neutrini nel Tunnel Gelmini) è che il Manzoni, ALESSANDRO MANZONI (Manzoni Alessandro per chi viene da destra, come dicevano quelli del Trio), signore di Moncucco, il vecchio (è morto a 88 anni, mica di primo pelo) caposaldo della letteratura italiana, verrà radiato da tutti i libri di testo per PLAGIO! Sì, proprio come è successo nel 2008 alla Berté a Sanremo, quando la pazza della canzone italiana venne esclusa per aver presentato un brano che era già stato cantato nel 1988 da Ornella Ventura (ma non si chiamava Simona?!). A causa di questo imperdonabile plagio, Renzo e Lucia saranno costretti a togliere il culo dalle antologie e andare a cantare inni nuziali altrove. Dall’inginocchiatoio al dimenticatoio.

manzoni0Facciamo un po’ di chiarezza. Il Manzo (perché in effetti un po’ bovino lo era) aveva anche provato a mettere le mani avanti. Vi ricordate che il romanzo inizia con la trascrizione dell’incipit di un presunto manoscritto seicentesco, di cui non si sa praticamente nulla e solo Alex avrebbe letto? Quel manoscritto che in maniera pomposa (più pomposa di Manzoni, s’intende) raccontava la storia di due innamorati osteggiati e blabla? Ecco, per due secoli la critica letteraria ha parlato di escamotage, di finzione, di falso letterario, usato per mettere distanza tra il narratore e i fatti narrati.

Innanzitutto, già con questa finzione non era stato un granché originale, visto che già Cervantes nel Don Chisciotte e Sir Walter Scott in Ivanhoe, tra gli altri, avevano usato lo stesso stratagemma. E altri lo useranno in seguito, ancor meno originali di lui. Già da questo si doveva capire qualcosa. Qualche critico in passato si era messo sulle tracce dell’anonimo manoscritto e si era impegnato a scrivere pallosissimi studi sulle somiglianze tra i Promessi-di-qui e gli Sposi-di-là.

Oggi, FINALMENTE, tra squilli di vuvuzelas e cori da stadio, è arrivata la tanto attesa conferma. Qui la notizia ANSA.

Nella biblioteca apollinaria di San Crostolo di Peno, in provincia di Milano, lo studioso John Pinktits ha riscoperto un manoscritto tardo seicentesco, rosicchiato in più punti, che presenta muffe e camminamenti d’insetti, il cui incipit corrisponde perfettamente a quello riportato dal Manzoni nel suo. Il seguito, che verrà presto pubblicato, è perfettamente coincidente con il racconto manzoniano. La qual cosa, senza bisogno di ulteriori commenti e speco di epiteti, riduce il grande scrittore a diligente traduttore. “La truffa dei Promessi Sposi” è il titolo di oggi di Repubblica2000, e non c’è bisogno di aggiungere altro.

I_promessi_sposi_-_LuciaChe dirvi. Io, alla fine, mi rallegro, gioisco e gongolo (qualche nano mi sfugge sempre). E non vedo l’ora di resettare completamente dalla mia mente i vari Don Abbondi e magre Perpetue, Grisi e Bisi, Monache di Monza&Brianza e Fra Cristoforo Colombo. Canc, invio. Addio.

A ben vedere, però, anche se ormai conosciamo la verità, Alex se l’era studiata proprio benino: praticamente, il bugiardo diceva che era vero ciò che gli altri avrebbero creduto un falso mentre in realtà era vero ‘o verament, così assolvendosi in anticipo dall’accusa di plagio e potendo urlare a tutti, perfino dalla tomba, la propria innocenza: “Uè figa (era milanese, no?), io ve l’avevo detto!”. Vile menzognero manzoniano!

Comunque, non disperatevi and take it easy. Se proprio volete, osservate qualche secondo di giansenistico silenzio a occhi abbassati, che non si nega a nessuno. Davvero la letteratura italiana ha davvero perso un pezzo importante della sua storia?! Ai posteri l’ardua sentenza. E se noi restiamo orbi di tanta orchite, se così percossa, attonita la terra al nunzio sta, beh, sappiate che OGGI nel web circola una bufala in più: che sia stato ritrovato il manoscritto di cui parla il Manzoni!

Chissà se anche lui, magari seduto e sedotto su quel ramo del lago di Como, avrebbe abboccato all’amo di questo pesce d’aprile!

falsamente vostro

Marco Melluso per malacopia

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