Coefore/Eumenidi di Eschilo, regia di Daniele Salvo – 9 Maggio /22 giugno 2014, 50° Ciclo di Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco di Siracusa.
Una grande fiammata ad inizio della seconda serata resetta, cancella quanto precendentemente accaduto e finalmente Oreste, giunto in patria insieme al degno e fedele Pilade, qui un valente e imbelle fantoccio meccanicizzato, ma fedele compagno, reso da Marco Imparato, possono dare inizio a ciò che vendicherà l’assassinio di padre Agamennnone.
Daniele Salvo, entusiasmante regista della serata, riunisce in una unica soluzione di continuità le due tragedie Coefore ed Eumenidi, due ore abbondanti di adrenalina pura. Una dinamica e costante energia distillata e profusa per tutta la durata dello spettacolo, due ore che scivolano via senza fatica. Effetti a raffica, che pur sorprendono ed emozionano, più che sorprendere ed emozionare risultano quasi necessari e veicolanti per il pubblico contemporaneo, abituato com’è a cinema e televisione, che ritrova in quest’occasione citazioni e continui riferimenti ad un immaginario collettivo.
Un podio in proscenio, unico elemento, è contemporaneamente bara, mausoleo, tomba, ara sacrificale. Fa da polo e fulcro per tutte le azioni. E a predominare in un atmosfera luttuosa e addolorata, il colore ruggine del resto della scena, sempre del maestro Arnaldo Pomodoro, fa il resto. Il disegno è netto, preciso, non si perde in inutili orpelli.
Il coro delle Coefore, capitanato da una mascolina e determinata Elettra, interpretata da una fulminea Francesca Ciocchetti, giunge direttamente da un sud primitivo molto vicino al nostro. Tutte di nero vestite sono un po’ suore un po’ prefiche. Sfilacciate, non mostrano mai il volto, al contrario, se lo coprono di fazzoletti/sudari. Il loro dolore giunge da lontano. Quaranta donne che si agitano, che si lasciano attrarre e respingere dalla loro sorella e padrona, tutte generose e nascoste nel loro nero luttoso. Ma quando il coro delle quaranta Coefore si sdoppia, ci permette di entrare a pieno diritto nel tribunale istituito dalle Eumenidi per un solo capo d’ imputazione: l’assassinio compiuto da Oreste ai danni di sua Madre, rea di avere ucciso Agamennone ed essersi congiunta ad Egisto.
Daniele Salvo, il regista, sembra pendere dalla loro parte, ed è proprio in questo spettacolare e suggestivo passaggio che la serata subisce uno scarto di qualità e di maggiore cura. Da una prima parte, più contrita e trattenuta, forse più razionale e concettuale delle Coefore, si giunge alla seconda, dove si dà libero sfogo a tutte le possibili soluzioni strabilianti e fenomenali. Il coro di Eumenidi sembra uscito direttamente da un film horror, parrucconi grigio-biancastri, biacca in viso e pettorina prussiana che allude ad una cassa toracica ben in vista. Un Apollo, qui interpretato con sapida ironia in antitesi a tanta tensione e furia (cifra che caratterizza gran parte della serata), da Ugo Pagliai, in luogo della famosa macchina del volo degli antichi greci, viene scortato fra il pubblico su di un braccio meccanico azionato da due macchinisti. L’arrivo poi di Athena, interpretata da Piera Degli Esposti, che ancor di più ci riporta verso una dimensione umana della vicenda, scandisce e ricalca il suo detto con una potenza rara.
Il processo può iniziare. Oreste però sarà assolto proprio col contributo essenziale di Athena che, in quanto figlia solo di suo padre, può meglio comprendere il movente che ha spinto l’eroe a farsi giustizia. Oreste, in scena Francesco Scianna, ha la freschezza, l’ardore, l’aitanza necessaria al suo ruolo, non molla mai per tutta la durata dello spettacolo, regala con generosità momenti di pregevoli emozioni. Ancora una volta Clitennestra è la bravissima Elisabetta Pozzi. Cammei di avvalorata esperienza e di abilità interpretativa di Paola Gasman e Graziano Piazza. Traduzione sempre della filologa Monica Centanni.
Mario Di Calo per malacopia
Coefore/Eumenidi di Eschilo, regia: Daniele Salvo
Traduzione: Monica Centanni
Con: Francesco Scianna, Francesca Ciocchetti, Alessandro Romano, Elisabetta Pozzi, Antonietta Carbonetti, Graziano Piazza, Marco Imparato, Paola Gasman, Ugo Pagliai, Piera Degli Esposi Corifee Simonetta Cartia, Marcella Favilla, Clara Galante, Silvia Pietta, Elena Polic Greco Coro Elena Aimone, Claudia Benassi, Rosy Bonfiglio, Valentina Cardinali, Clio Cipolletta, Giulia Diomede, Giuliana Di Stefano, Evelyn Famà, Carmelinda Gentile, Paola Giglio, Viola Graziosi, Doriana La Fauci, Jin Liyu, Francesca Mària, Valeria Perdonò, Silvia Pernarella, Alessandra Salamida, Valentina Territo.
Coro delle Eumenidi: Regina delle Erinni: Clara Galante; Corifee: Marcella Favilla, Silvia Pietta, Elena Polic Greco, Coro Elena Aimone, Claudia Benassi, Rosy Bonfiglio, Valentina Cardinali, Clio Cipolletta, Giulia Diomede, Paola Giglio, Viola Graziosi, Jin Liyu, Francesca Mària, Valeria Perdonò, Silvia Pernarella
Coro delle Custodi del Tempio: Simonetta Cartia, Giuliana Di Stefano, Evelyn Famà, Carmelinda Gentile, Doriana La Fauci, Valeria Salamida, Valentina Territo
Scene e costumi: Arnaldo Pomodoro. Musiche: Marco Podda. Movimenti: Alessio Maria Romano
Foto di Walter Silvestrini
Ma abbiamo visto lo stesso spettacolo? Io ho provato solo vergogna e imbarazzo di fronte ad una messinscena così sorda, datata, inconcludente, pacchiana, in più occasioni filodrammatica. Ho visto versioni dell’Orestea portate in scena da liceali che si sollevano ad una distanza stellare rispetto a questa triste e inutilmente urlata cosa.
Giriamo volentieri il suo commento all’autore dell’articolo, Mario Di Calo 🙂