Eccolo lì!!!
Quando meno te lo aspetti baam, ti innamori.
Capita una sera di leggere all’ultimo di uno spettacolo a Marzabotto e decidere di andarci. E rimanere innamorati.
Allora… Sarebbe doveroso parlare di Beppe Barra che tutti già conoscono come uno dei più grandi e accorati interpreti della canzone Napoletana, vorrei dirvi di quant’è bravo e preciso: un istrione che con tre suoni e pochissimi, curati, gesti, riesce a portarti via dall’Emilia e farti sentire il profumo dei panni stesi al sole nei vicoli di Napoli, mentre lo ascolti e guardi ti sembra di sentire l’eco delle vajasse che strillano da una finestra all’altra… Ti viene persino da guardare in alto, temendo che qualcuno svuoti “o rinale” dalla finestra.
Non mi dilungo nemmeno sui musicisti in scena (Paolo Del Vecchio e Luca Urciolo, rispettivamente chitarra e pianoforte, semplicemente strepitosi) né su “Emma B vedova Giocasta” testo di Savinio (che poi è la cosa che mi aveva incuriosito e spinto ad andare), una rilettura del 1949 dell’Edipo Re di Sofocle (vi dice niente?).
Vorrei, ma non lo faccio. Vorrei, invece, dedicare queste poche righe a ciò che mi ha letteralmente fatto impazzire, ovvero “il contesto”. Lo spettacolo, infatti, inaugurava la V edizione del Festival della Commedia Antica di Marzabotto, che si tiene all’interno del parco archeologico etrusco, in un suggestivo teatro di paglia allestito per la rassegna.
Appena arrivato mi ha sorpreso il clima: rilassato, conviviale. C’era nell’aria la voglia di vivere assieme un momento. Si sentiva il bisogno di condividere. Tutti chiacchieravano con tutti. Compreso con me che ero totalmente estraneo all’ambiente. Una situazione davvero diversa dal cupo e asfittico clima che capita di trovare in certi teatri cittadini, da quell’intellettualismo freddo e distante che, a mio modestissimo avviso, tanto male fa al teatro. Vorrei pensare all’andare a teatro come un piacere. Anche quando mi viene richiesto uno sforzo intellettuale vorrei sentire la gioia e la soddisfazione di essere lì per un evento che condivido assieme a tutti gli altri spettatori, compagni di una medesima avventura.
Ecco, questo è esattamente il clima di questo festival. E lo dimostra l’incredibile eterogeneità anagrafica degli spettatori. Dai bimbi agli anziani tutti seduti assieme a vivere l’attimo.
Attorno il profumo inebriante di erba tagliata, di lavanda e menta. Un cielo senza luna ma carico di stelle. La voglia, finito lo spettacolo, di fermarsi ancora un po’, di confrontarsi, di conoscersi, perché il teatro non è la televisione, il teatro o è “assieme” o non è.
Un grazie a chi ha ideato e realizzato questa operazione magnifica, dove si respirano pure e incontaminate cultura, rispetto ed educazione.
Qui il programma completo.
Ci vediamo lì? Ma certo che sì! 🙂
…con amore
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