Questo post la Regina non voleva scriverlo, no. Non voleva perché sperava in un repentino cambiamento del maschio, in un pentimento profondo del mononeurone- portatore sano di barba, nel migliore dei casi. E invece, alla fine, dobbiamo scriverlo. Perché, ne siamo certe, non potrete non riconoscere le grandi verità ivi rivelate. E farvi, di conseguenza, una sana, liberatoria e caustica risata. Ma pensiamo al contesto, immaginiamolo con dovizia di particolari: voi siete lì, in attesa di delucidazioni sul vostro rapporto magari dopo furente litigio, inebetite di fronte a lui, che lo ascoltate come se fosse depositario del quarto mistero di Fatima. Lui è lì, con le mani sudate, che preferirebbe mettersi a brevettare la fusione a freddo piuttosto che affrontarvi- sempre sia lodato l’inventore della tecnologia, che vi aiuta ficcandovi dietro a uno schermo, facendo uscire un ego che manco Rocco Siffredi in piena erezione, ecco. Ed è in quel preciso istante che si apre un catalogo di, come posso dire, fregnacce, sì, fregnacce, che solo un uomo è capace di dire alla propria donna senza sentirsi un mentecatto alla stregua di Gargamella che rovina la vita ai tenerissimi Puffi. 1) SARAI UNA DONNA FANTASTICA: eccolo qua, il complimento in apertura che solletica il tuo orgoglio ferito, la captatio benevolentiae ruffianissima per non venire sbranato all’occorrenza. quel capolavoro che consiste nel prenderla parecchio alla larga. Ma, belle mie, aprite le orecchie, e chiudete quelle gambe: sarai una donna fantastica, mica la SUA donna fantastica. 2) HO BISOGNO DI RITROVARE ME STESSO: “me stesso” intendasi come comprensivo di: 4 casse di birra, 8 amici, 3 amanti e l’immancabile rutto libero. E sì, lo so che voi quando dovete ritrovare voi stesse andate in Nepal e non volete manco lo sherpa, ma siate pazienti: questi mica lo sanno dove sta il Nepal. Che diamine. 3) VORREI, MA NON POSSO: con questa locuzione generica, l’individuo X vorrebbe farvi credere che la sua ferrea volontà, la stessa che sfida la neve e il gelo quando la Juve gioca il derby d’Italia il 4 gennaio, si piega come una fogliolina sotto il peso della rugiada. Signorine, tatuatevelo in fronte: chi vi vuole, vi cerca. E vi trova. Uh, se vi trova. 4) NON SEI TU, SONO IO. Signore&Signori, il capolavoro. Cos’è la perfezione retorica se non questa tipica espressione che precede di appena qualche secondo l’Armageddon? Al solo sentire queste parole, nel pacato animo femminile in tenuta da Erinni, si organizza tutto il sistema endocrino, raccolto in comode falangi macedoni armate fino ai denti al cui segnale si scatenerà l’inferno. A quel punto non resterà che guardare, commiserandolo, il malcapitato, e affermare: “Oh caro, eccome se hai ragione: il coglione sei tu, non sono io”. Ecco. La Regina Martina Del Castello per malacopia
Il boudoir della Regina#25
[LA REGINA RIDE]
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