Quando un terrestre ha un figlio (chiamato convenzionalmente bambino), automaticamente diventa genitore, senza nessun test psicoattitudinale. Basta infatti semplicemente copulare con un esemplare di Uomo del sesso opposto in un momento di fertilità concomitante per generare una creatura. Sembra strano, ma su Terra serve una licenza per svolgere certe attività banali come guidare veicoli, maneggiare apparecchi radio o pescare nei fiumi, ma chiunque può avere un figlio. Ne abbiamo dedotto per questo che Uomo ritenga molto più dannoso sbagliare una manovra, sintonizzarsi su una frequenza vietata o prendere all’amo un pesce che non iniziare a far esistere un suo simile assumendosene la responsabilità con tutte le variabili che ne possono derivare.
I cuccioli di Uomo sono ufficialmente definiti bambini tra 0 e 12 anni, ma certi genitori arrivano a considerarli bisognosi di assistenza fino a 18. Si segnalano casi disperati considerati bambini fino a 40 o 50 anni a seconda dell’attitudine dei genitori a vestirli, nutrirli, seguirli nelle decisioni e ospitarli nella loro tana.
I bambini sono materia controversa. Alcuni genitori si sforzano di concentrare nei figli i propri difetti ma i bambini sembrano non recepire il cattivo esempio e addirittura correggono i problemi dei genitori. Per la capacità di emulazione e un certo spirito di corpo, i terrestri tendono infatti ad assimilare i comportamenti del branco in cui sono inseriti. Se il branco ha attitudini positive, il criterio è contagioso e il beneficio tocca in modo virale il genitore. Avviene purtroppo anche il contrario, ma per un caso fortuito, il fatto che Uomo sia arrivato fino ad oggi senza estinguersi nonostante i suoi briosi tentativi di stermini di massa, dimostra che il bene ha maggiori speranze di successo del male, più restio a diffondersi. Per ora.
Nei casi in cui i genitori hanno successo nel trasmettere i difetti, si raggiunge la concentrazione nei figli di tutti i problemi fino a riempire la memoria di sistema ed ottenere così un genitore in miniatura. In questi casi si ottiene un bambino con gli stessi costi di un adulto, più il costo sociale che una bomba innescata a vizi comporta. Tipicamente è il cucciolo che piange per nulla, urla per ottenere qualcosa, si comporta sempre come se volesse dare spettacolo, ruba le cose degli altri, infrange in ogni senso immaginabile la quiete pubblica, riesce ad ottenere qualsiasi cosa dal genitore disposto a ogni concessione pur di non subirne schiamazzi e piagnistei. Se vi sembrerà di riconoscere in questa descrizione il comportamento di molti terrestri che incontrerete, non siete fuori luogo. A molti Uomo si riconosce effettivamente il problema di essere rimasti bambini. Essendo del tutto simile a lui e non avendo altri metri di paragone, il genitore non si rende conto del danno ambientale che la sua creatura sta generando. Tenuto conto del minor peso dell’unità biologica “corpo di bambino” e dello stesso numero di problemi rispetto a un individuo adulto, il peso specifico dei difetti risulta in questo modo molto più concentrato. A questo proposito, anche se la vostra pazienza sarà messa a dura prova, raccomandiamo di resistere alla tentazione di atomizzare il bambino. Ricordate che un bambino è come un processore nuovo pronto a ricevere file che possono migliorare le capacità fino a stupirvi. Se proprio dovete, resettate il genitore.
C’è una feroce specie di predatori terrestre, assimilabili agli Uomo ma con molto maggiori capacità di persuasione caricate a sistema, che ha sviluppato raffinati programmi per rendere tutto il resto dell’umanità un gruppo di bambini. Questi predatori, denominati pubblicitari, riescono a inculcare in forma virale un atteggiamento chiamato desiderio che provoca in ogni Uomo il bisogno compulsivo di acquistare quello che vede. I terrestri non se ne sono mai accorti ma da questo punto di vista sono studiati fin da quando sono piccoli.
Il meccanismo è semplice. I genitori non possono o non vogliono badare ai bambini così li lasciano in appositi recinti (asili). Quando questi sono inagibili, i genitori non abituati a gestire i cuccioli, li lasciano in stanze con all’interno un monitor domestico sintonizzato su un programma ipnotizzante. Nella tranquillità delle mura private, il predatore pubblicitario può così bersagliare i cuccioli con immagini che mostrano durante la visione oggetti per loro molto desiderabili. Uscito dalla stanza, l’oggetto ammirato nel monitor sarà la prima richiesta di Bambino al genitore, che per evitare ulteriori problemi, tenderà ad assecondarlo. Su scale diverse, il meccanismo predatorio dell’inculcare il desiderio è applicato nelle varie età di Uomo. Proprio nel momento di maggior vulnerabilità, cioè quando Uomo dedica la massima concentrazione di cui è capace davanti al monitor domestico, un giornale o passeggia per una strada, un innocuo messaggio pubblicitario si trasforma nella voglia irrefrenabile di un prodotto. Non essendo questo, nella maggior parte dei casi, un bisogno primario, il bene acquisito a sistema è destinato a diventare in breve un rifiuto.
…Grüezi a voi!
Stefano Paolo Giussani per malacopia
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