E LA MUSA APOLLINEA CI SALVO’ DALLE DIONISIACHE ABBUFFATE…

È la prima applicazione della norma del decreto Franceschini, in vigore dal primo luglio 2014, che stabilisce che ogni prima domenica del mese non si pagherà il biglietto per visitare monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato. (dal sito del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali)

Ma la notizia copCome ogni anno l’italiano medio, perennemente a dieta, che fa merenda con l’actimel alla prugna per favorire la regolarità viscerale e sgranocchia davanti alla TV gallette di riso per prevenire l’ipertensione ma rischiando contemporaneamente di diventare una gallina da solotto, ebbene, proprio lui, diventato un bugiardo cronico da quando hanno inventato il tegolino, promette che, durante le feste,  mangerà solo il 24 e 31, che si conterrà il 25 dicembre e il 1 gennaio, che nuoterà in brodo di verdure gli altri giorni. Il piano d’attacco è già programmato, i suoi propositi sono schierati pronti alla strenua difesa, finché, aperto il frigorifero per un bicchiere di acqua gassata, si ritrova, di un colpo, sul divano con ogni sorta di prelibato avanzo, reso appetitoso dal gusto del giorno dopo.

La battaglia è persa, la sua mens oramai insana cede al contrattacco del ventre che con le sue armi chimiche a base di maionese, olio fritto e salse varie gli ricorda che il  protettorato del magna magna finirà, per decreto di sua altezza la tradizione, soltanto il giorno dell’Epifania.

E l’idillio enogastronomico continua ancora finchè una mattina, il festaiolo irriducibile si gira nel letto e invece della graziosa Barbie di Malibù che ha sposato  si ritrova piuttosto zia Assunta, e già si immagina costei, questa volta con disgusto, che fa una colazione a base di ricotta e pollo fritto accompagnati da latte al cacao.

E allora considerando che le palestre hanno riaperto il 7 gennaio, che il dietologo dei miracoli, di cui ci ha parlato la nostra collega anoressica, non può riceverci prima del 30 Aprile, bisogna correre ai ripari, magari con una soluzione che sia più piacevole e meno drastica del lucchetto al frigorifero o di una  fascia scioglipancia della ex divina Wanna Marchi (d’accordoooo).

Per caso in uno dei momenti post pranzo, stravaccati sulla poltrona, sorseggiando un digersetz, qualcuno parla e finalmente non di cibo, ma  di musei  aperti e accessibili gratuitamente la prima domenica di Gennaio. Ovviamente  è d’obbligo controllare sul web perchè l’eccesso di zuccheri fa strani scherzi. E’ tutto vero e la  redenzione può cominciare.

Dunque Roma, Milano, Napoli, Torino, Venezia e altre città hanno messo a disposizione, per un giorno intero, il proprio patrimonio artistico, offrendo proposte interessanti e imprendibili. A Milano  il Castello Sforzesco, il cenacolo vinciano, Galleria di Arte moderna e planetario; a Roma il Colosseo, le terme di Diocleziano, la Domus Aurea, il foro romano e il palatino; a Napoli il Museo Archeologico Nazione, Museo di Capodimonte. E molto molto di più. Un successo  straordinario, salutare antidoto all’ordinarietà delle feste.

Lasciare la macchina in garage, camminare per ore tra le strade sterrate di un sito archeologico o i corridoi di un Museo Nazionale, nutrire l’anima con informazioni e curiosità, cedere alla sindrome di Stendhal piuttosto che ai cannelloni o al baccalà fritto, sono stati una vera piacevole alternativa alla consuetudine tutta natalizia di rimanere in casa cedendo ad una routine legata a cibo, giochi  da tavola  e infinite chiacchierate sul divano con televisione in sottofondo.  E, dopo qualche giorno,  nessuna sorpresa se ci mimetizziamo con gli arredi del salotto, somigliamo a Pumbaa, il fagocero del Re Leone, o sbadigliamo come Homer Simpson dopo essersi magnato tre chili di crocchette di pollo mentre guarda Grattachecca e Fichetta.

E allora meglio uscire a farci una foto con Augusto ai Fori Imperiali, provare davanti al Cenacolo di Leonardo a smascherare le fandonie di Dan Brown o scoprire se siamo claustrofobici addentrandoci nella Crypta Neapolitana.

E magari può succedere che, visitando la Galleria Borghese, osservando i rotolini di Paolina Bonaparte potremmo persino sentirci meno in colpa per le nostre manigliette acquisite in sette giorni e ripensare con una certa nostalgia ai banchetti appena trascorsi, a quanto sono da evitarsi per il futuro, ma anche a quanto ce li siamo goduti. Assolutamente da ripetere!

La serata è stata avvincente e soddisfacente ma tutta quest’arte ha sicuramente creato tanto piacere. E se il maritino cinquantenne ha finito le pilloline blu allora alla signora potrebbe tornare un certo appetito e la voglia di uno spuntino di mezzanotte davanti alla TV.  A base di  frutta, naturalmente.

Franz Iaria per malacopi