SANREMO SOCIAL: COME TI TWITTO IL FESTIVALONE – Seconda Serata 2015

Non si può mai stare tranquilli. E, soprattutto, non si imbroccano mai le tempistiche: ieri la kermesse È iniziata in ritardo, ergo – mi dico – stasera posso prendermela con calma. Stacco dal lavoro, torno a casa, ceno, mi preparo armata di smartphone e accendo la tv. Ecco, lo sapevo! Arrivo a programma già ampiamente iniziato, in tempo per piangere l’eliminazione di Chanty (bellissima voce, bella canzone) e la vittoria di Enrico Nigiotti. Mi fermo, sospiro: un altro “Amico” di Maria de Filippi. Non sono riuscita a sentire la canzone, per cui non giudico; a questo punto – penso – tanto vale affidare a lei la direzione artistica della prossima edizione e cambiare il nome da Sanremo a SantaMaria. Resterebbe comunque tutto in (sacra) famiglia!

Metto da parte il mio disappunto e controllo rapidamente i vostri tweet. Meno male che quest’anno ci sono le mie “colleghe” @socialgnock che mi erudiscono su quanto mi sono persa, in 140 caratteri:

La gara entra subito nel vivo e si esibisce Nina Zilli. Ho sempre trovato meravigliosa questa artista, e ho amato la canzone che presentò nel 2012, “Per Sempre”; ahimè, questa volta non sembra avere lo stesso mordente e ce ne facciamo una ragione. Che look, però, oriental chic. Spero che Carla Gozzi ed Enzo Miccio facciano qualche commento, ma dai loro account tacciono. Entra Marco Masini, sorridente. Il che è giù una notizia. Canta una canzone poco convincente ma orecchiabile, ma ecco che l’effetto del condizionamento psicologico perpetrato negli anni ’90 si fa sentire anche in timeline:

Ripenso a Mia Martini, e non ci casco: nel mondo dello spettacolo certe voci possono rovinare non solo una carriera, ma una vita; e per quanto sia una divertente coincidenza che all’entrata di Masini lo streaming si suicidi, decido di non commentare e vado avanti. Anzi, ora scendo e vado a cercare un gatto nero, faccio cadere il sale e l’olio e mi metto a guardare il festival da sotto una scala, vestita di viola.

Quando arriva Anna Tatangelo, tutti pensano la stessa cosa:

Bel look, ma questa a 28 anni ne dimostra 42. Mi guardo allo specchio: essere sosia di Marisa Laurito non è che aiuti anche me. La canzone comunque non mi piace. Sono tutti molli, demotivati, senza voce, piatti. Possibile che fino a questo momento il più vitale sia stato Nek? Nel frattempo arriva Bastianich, che si mette a cantare. Ok che “tutti cantano Sanremo”, ma bisogna applicare il principio proprio alla lettera? Nell’economia della serata, il buon Joe dimostra di essere un comico migliore di Alessandro Siani (non che ci voglia molto), e se ne va dicendo a Conti “Ti invito a mio ristorante. Porta i soldi!“.

Quando arriva Raf siamo tutti commossi. Primo, perché Raf è Raf. Dai, Self Control, Cosa resterà degli anni ’80, Sei la più bella del mondo… un’istituzione! Secondo, perché sembra reduce da una carestia: magrissimo, invecchiatissimo, con pochi capelli e pure bianchi, gli occhi rossi. Dispiace, ecco. Però è tornato, è vivo, sta ben… è vivo!

All’arrivo del superospite (dài, su, non fate quelle facce!) Biagio Antonacci, il pensiero corre solo a questo:  

Malacopia_Sanremo2015_Antonacci_VanityFair

Tutte siamo ai suoi piedi, e c’è un motivo!

Proprio così: si è dimenticato di mettere i calzini. Torno al pensiero di ieri: dovete avere rispetto del palco dell’Ariston! Capre! Capre! Capre! Vittorio Sgarbi, esci da questo corpo, ché sennò non arrivo a mezzanotte. Altra canzone, intervistina, altro tribute a Pino Daniele: Biagio canta “Quando”.

E Mango? Ok, sono molto arrabbiata!

Arriva Il Volo. Questi regazzetti giungono a Sanremo direttamente da “Ti lascio una canzone”, passando per i palchi di mezza Europa, però. Sono piaciuti al pubblico, ergo stanno lì. Però la canzone – indovinate un po’ – non convince. Manca nerbo a questa edizione. Mi chiedo se sia davvero solo colpa della selezione di Conti o se sia diventato di moda scrivere brutte canzoni!

L’atmosfera è da Notre Dame de Paris by Cocciante, tanto che per un attimo mi aspetto che entri Fiorello a fare l’imitazione del Gobbo. Per fortuna subito dopo c’è LEI. CHARLIZE. Splendida è dire poco. Vorrei chiedere al signor Anania, perché se Dio ci ha fatti tutti a sua immagine e somiglianza questa è una figa pazzesca e io la sosia della Laurito? E che eleganza, poi, anche nel rispondere a domande imbarazzanti, tanto imbarazzanti da sembrare un format di Real Time. Comunque, questa donna è una spanna sopra a qualunque cosa o persona dentro l’Ariston.

All’arrivo di Irene Grandi, nutro speranze di sentire qualcosa di decente. La canzone non è da buttare, ma qui i casi sono due: o non ne hanno voglia, o hanno tutti l’influenza. Sarà per quello che anche lei ha gli occhi rossi? Cos’è, il remake di 28 giorni dopo o dietro le quinte c’è Gianluca Grignani?

Non migliora la situazione all’arrivo di Lorenzo Fragola. Per fortuna, con le @socialgnock siamo già al bar, con Armando che tenta di rianimarci a suon di cocktail:

Giusto in tempo per sopportare l’esibizione di Pintus. Che di solito fa ridere. Oggi no. Anzi, a me ricorda Marina Massironi quando recitava in francese maccheronico le poesie decadentiste: “Je te parl… e tu, tu mange la baguette, avec le caprice de dieu”. Ebbasta? È tardi, abbiamo sonno e siamo al quarto caipiroska! Un po’ di pietà, domani si lavora! Sembra che qualcuno ci abbia ascoltati, perché subito dopo lo stacco pubblicitario si susseguono I Soliti Idioti, che vorrebbero imitare Cochi e Renato ma sembrano solo I Soliti Idioti che imitano Cochi e Renato, Bianca Atzei che… oh, ma questa da dove spunta? Mi sgorga il tweet dal cuore.

 Si diceva, Bianca Atzei che, in breve, è Nina Zilli meets Giusy Ferreri, e Moreno. Notiamo una certa somiglianza con una nostra vecchia conoscenza:

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E ce lo confermano anche in timeline:

La puntata sta (finalmente) per finire. Ma potevamo noi non avere la marketta? Ecco che Argentero e Amendola mettono in scena una parodia degli aspiranti suicidi di Sanremo, da Baudo a Fazio. Ed è subito #facepalm. Passata ormai da un pezzo la mezzanotte, finalmente possiamo vedere Conchita Wurst (la dice lunga, questa cosa) che scopro sfoggiare il mio stesso taglio di capelli. Ehi, ma allora da domani non sarò più costretta a farmi la barba!

Ha proprio ragione Dini, direttore di Vanity Fair Italia. Non impazzisco per queste sonorità, ma è davvero intensa. Peccato che Carlo Conti rovini l’atmosfera nuovamente con domande imbarazzanti (Real Time, mi leggi?), del tipo “quanto ti ha aiutato la barba, nella tua carriera?”. E a te Conti, quanto ha aiutato la lampada? Ma soprattutto: l’hai davvero chiamata TOM? Dobbiamo ripartire dai fondamentali, mi sa.

Dopo uno svarione così, non poteva mancare anche l’#epicfail del Social Media Manager che gestisce l’account ufficiale Twitter di Sanremo, che – probabilmente cotto dai caipiroska pure lui – twitta questo bellissimo autogol!

unnamed-3E vabbè: noi che facciamo questo lavoro sappiamo benissimo che una distrazione può capitare a tutti! Perdonati.

Tra i BIG a rischio finiscono Bianca Atzei, Biggio e Mandelli, Moreno e Anna Tatangelo. Molto d’accordo, questa volta.

CONSIDERAZIONI
Non deprimiamoci: il festivalone continua e sono… certa (ehm) che l’umore e la qualità delle canzoni miglioreranno. Devono migliorare: le borse sotto gli occhi che ci tocca nascondere con il concealer ogni mattina, per una settimana, devono pur valere qualcosa, no? Lì non possiamo farci crescere la barba come Conchita.

L’appuntamento con @Malacopiait e con le @socialgnock è questa sera, stessa ora, stesso canale. A più tardi!

Erika Muscarella per malacopia

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