Nel 1981 avevo otto anni e chiesi a mia madre di comprarmi la musicassetta di una cantante che mi piaceva moltissimo: costava 4.000 lire, che per mia madre erano decisamente troppe. Se mi ricordo ancora così bene quella cifra, è evidente che la cosa debba essermi rimasta proprio sullo stomaco. Non dico di aver dovuto aspettare questa sera per rifarmi, ma il ricordo di quel diniego  mi ha dolcemente accompagnato sotto la neve fino al Teatro Manzoni, dove ho visto per la prima volta Alice in concerto.

Innanzitutto vi dico che è bellissima. E non parlo solo della bellezza esteriore, perché non sarebbe professionale scrivere di un concerto cominciando a parlare dell’avvenenza della cantante: noi di malacopia non faremmo mai un errore del genere, soprattutto quando nell’aria aleggiano brani di maestri come Battiato, o Camisasca, o testi tratti da poesie di Pasolini e Totò o ispirati a lavori di Rimbaud e Verlaine. Ma io che è bellissima ve l’ho voluto dire lo stesso, perché il fascino di Alice passa anche da lì. Anche ho detto. Anche, ma non solo, perché altri due sono i segreti, non troppo sconosciuti, che fanno di un Suo concerto un momento prezioso. Il primo è la leggerezza: Alice sale sul palco ed entra nel tuo mondo con una grazia che ammalia, che irretisce, che ti fa già suo. È una questione di passi, è una questione di movimenti lenti ed aggraziati, quasi troppo educati che sembrano chiedere  permesso, sembrano chiedere scusa per quell’invasione, anche se tu sei lì proprio per Lei. Ed allora la fai entrare, la guardi bene, la fissi negli occhi che ti sorridono più delle sue labbra e più dei suoi denti e dici Benvenuta Alice, finalmente sei arrivata.

Poi Lei attacca a cantare e dopo la bellezza, dopo la leggerezza ecco che arriva La Voce. Una voce profonda, una voce agile, ricca e piena di colore, che si prende con prepotenza lo spazio che fino a pochi secondi prima pensavi di averle concesso tu, per una tua privata e personale generosità, quando invece quello spazio se lo è conquistato in tutti questi anni con una carriera che è esattamente come lei: bellissima, leggera e potente!

Alessandro Brusa 

…for malacopia