Si dice che il cane sia il più grande amico dell’uomo, ma non si specifica se la grandezza di tale amicizia sia proporzionale alla grandezza del cane che la libera quando, ad esempio, il cane stesso viene liberato, ovvero se le dimensioni dell’animale abbiano una purché minima relazione con la dimensione del sentimento. In effetti non c’è una vera e propria regola; si sono visti cani giganteschi azzannare il proprio padrone facendolo a pezzettini e, subito dopo, cani-topo ricomporre meticolosamente il puzzle con tanto amore. Ma qui si parla già di amore, e “si sa” che tra amore e amicizia c’è una bella differenza, tant’è vero che “si dice” (ma è possibile che “si sappia” e “si dica” sempre tutto e poi alla fine non “si faccia” mai nulla?) che tra l’uomo e la donna non vi può essere amicizia.
E, a proposito della donna, se non le è concessa l’amicizia maschile, né quella del cane (il cane ricordiamolo è il miglior amico dell’uomo) che “razza” di bestiale amicizia le viene riservata? Forse quella di un uomo-ragno, di un uomo-lupo, o si tratta, molto più semplicemente, di un gatto che si morde la coda?
Per lui come per noi, uomini e donne, l’importante è non farsi del male o almeno non accorgersene. Se proprio dovessimo accorgercene sarebbe meglio dirlo subito: “Ragazzi, mi son fatto male”.
E allora qualcuno dei ragazzi correrebbe ad aiutarci, a tergerci il sudore, a leccarci le ferite, a comprarci il giornale.
Luciano Manzalini