Il fatto è che io da piccola ce l’avevo un ascensore. 6 piani di ascensore. Era un posto fantastico. Ci nascondevi le sigarette, ti cambiavi d’abito, ti truccavi e profumavi fuori dal controllo parentale, ci scrivevi “w milan”, quelle robe lì che si fanno in ascensore. Poi più nulla. Niente ascensori per un sacco di anni. Ho trascinato su e giù spese, mobili, valigie, bambini, bambini ingessati, animali e me stessa per secoli. Avevo le scale perfino dentro casa. E, soprattutto, addio a quei secondi di sospensione. A quel parto dolce verso il piano terra. Non è più casa e non è ancora fuori, l’ascensore. E poi che cacchio fai in ascensore? Ti riposi per forza. Non hai abbastanza tempo per fare altro. Pensavo.

Poi è arrivato il Nuovo Ascensore. Atteso per anni.

A Natale ci raccontavamo di quando sarebbe venuto l’Avvento del Nuovo Ascensore e ci sentivamo di nuovo pieni di speranza per l’anno nuovo.

È arrivato questa estate e non è, credetemi, un ascensore come gli altri.  È l’ascendore bradipo, l’ascensore in assoluto più lento del mondo. Le pizze arrivano fredde, il sushi come gli ospiti dopo 3 giorni, i fattorini in fase rem, ci muoiono le piante per la sete e se sei incinta di 7 mesi è proibito salirci, come in aereo.

Lo criticano tutti. Io lo amo. Potrebbe metterci sei mesi, due per piano, lo amerei lo stesso. Solo che i secondi di sospensione si sono dilatati all’ inverosimile. Un po’ di noia verso il primo arriva, al secondo ti stronca. Che fare? Dopotutto ci vivo…

…con amore

Marina Pagliuzza per malacopia

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