Diario di bardo – Parigi
Apologia di una città amata. Gli stranieri li riconosci subito, per lo più perché alle prime gocce di pioggia si affannano a cercare un ombrello da aprire. Gli altri, quelli di qui, si lasciano accarezzare da quest’acqua pendente, senza cappuccio. Quelli più insofferenti, al massimo, fermano il passo sotto un tendone, estraggono lo smartphone e aspettano. I dipendenti [...]