Dal nostro corrispondente
Che gusto ha l’estate?! Beh, dipende da dove ti trovi.
In Italia l’estate ha il gusto del basilico – ne devi raccogliere le foglie sul tuo balcone per qualsiasi ricetta tu prepari… ok, tutte tranne per il caffelatte -, ha il gusto dei pomodori – crudi o cotti e poi passati nella nostra salsa, come si vede in ogni rispettabile film italiano -, ha il gusto dolce dei fichi – quando li raccogli da un albero in campagna e li sbucci impaziente di riempirtene la bocca -, di pesca e di anguria – che trovi, volente o nolente, ogni giorno a tavola -, di focaccia e birra – che sono il pranzo di rigore quando vai in spiaggia.
In Inghilterra l’estate sa di bacche – mirtilli, lamponi e tutte le infinite varianti, che spuntano fuori come funghi in ogni piatto ed in ogni posto -, di lemon curd – é soprendente ma è così, questa crema è fatta con gli agrumi del Mediterraneo ma è uno dei capisaldi della cucina inglese -, di spezie – zenzero, cardamomo,vaniglia & co. vivono una una seconda primavera in estate (lol) dopo l’uso sovrabbondante fatto a Natale in cibi e bevande -, di frutta tropicale -avere avuto un impero coloniale deve pur significar qualcosa in fatto di commercio di frutta, no!?- e di tea verde – aromatizzato e col ghiaccio, perfetto per ogni pausa -. Last but not least, il gusto di quel gelato industriale, appiccicoso e troppo zuccherato – non c’é modo di scamparne a meno che non lo si prenda da Amorino a Soho -.
Ad ogni modo, quando cresci in una famiglia multiculturale come la mia, hai la tendenza a mettere a fuoco i gusti peculiari di ogni posto che visiti. In alcuni sporadici casi (vedi mio fratello) si tende ad apprezzare quei pochi gusti familari (non importa che provenienza abbiano) tipo: roasfbeef, mozzarella, dolci inglesi – tutti – e cannoli siciliani!
Lo scoraggiante trend generale è meno “cosmopolita”: la gente tende a ricrearsi un’area di comfort dei propri gusti sulla tavola di ogni posto in cui si trovi. Basti pensare agli inglesi che mangiano ancora gli spaghetti tagliandoli col coltello o agli italiani che vanno nei ristoranti italiani dovunque essi siano, raccomandandosi ai camerieri pur di gustarsi un piatto di spaghetti “come si deve”.
Ora potrei raccontare una bella storia sui miei nonni inglesi che aristocraticamente facevano acrobazie mangiando con coltello e forchetta il “pollo alla diavola” in campagna, a casa dei miei nonni pugliesi (tra la ben celata ilaritá generale, dato che il pollo è uso comune mangiarlo con le mani in Italia). Racconterò invece di un mio amico e delle sue esperienze da Harrod’s.
Federico aveva passato anni fa un’estate intera a Londra quando studiava all’università, lavorando al Salt Beef Bar nella food hall di Harrod’s. Una volta mi ha raccontato: “Venivano da noi tanti italiani a pranzo e tutti, nessuno escluso, mi chiedevano “un buon caffé, come lo facciamo in Italia”, raccomandandosi a me. Ma dopo aver bevuto i loro caffé, se ne lamentavano. E lì io partivo con la storiella patetica che ero uno studente e dovevo lavorare sodo all’estero per pagarmi l’università. Tu non puoi immaginare quanto diventavano generosi con le mance dopo aver assistito alla mia performance!”.
Eh sì, i gusti sono gusti. Per questo io mangio il pollo arrosto con coltello e forchetta e metto l’acqua nell’espresso per renderlo simile al caffé di Starbuck’s (sotto lo sguardo inorridito del mio papà troppo italiano).
From our correspondent
What does summer taste like?! Well, it depends from where you are.
In Italy summer tastes like basil – as you pick its leaves from your balcony for every recipe you put up… ok, every one but latte macchiato -, of tomatoes -raw or cooked and then mashed into our salsa as you have seen in every respectable Italian movie -, of sweet figs – when you pick them from a tree in the countryside and peel them impatient to take a mouthfull-, of peach and watermelon -that you find, glad or not, everyday on your table – of focaccia and beer-that is the must-have-lunch when you go to the beach -.
In England summer tastes of berries – red/blue/whatever berries that pop up in every place and in every dish -, of lemon curd – amazing but true, this cream is made with those Mediterranean fruits but it’s one of the Brit’s most eminent recipes -, of spices – ginger, cardamom, vanilla etc… live a second spring in summer (lol) after the overuse in Christmas beverages and foods -, of tropical fruits – having had a colonial empire must mean something in fruit trades, isn’t it? – and green tea – iced and flavored, perfect for every break -. Last but not least, that sticky and too sweet industrial ice-cream – no chance to escape but at Amorino’s in Soho.
However, if you have been growing in a multicultural family like mine, you tend to focus on the most peculiar tastes of every place you visit. Or in some cases (like my brother) you tend to appreciate only few familiar tastes (it doesn’t matter where they come from): roastbeef, mozzarella, every possible English cake, Sicilian cannoli.
The daunting general trend is a less “cosmopolitan”one: people tend to re-create a comfort-taste-zone on the table in every place. Think of the English who still eat spaghetti cutting them with a knife or the Italian who go in an Italian restaurant wherever they are, recommend themselves to the waiters to enjoy a “well done plate of spaghetti”.
I could tell you a story about my grandparents who aristocratically did stunts eating a “pollo alla diavola” with knife and fork in the coutryhouse of my Italian grandparents (with the general hidden mirth because in Italy it’s common habit to eat it with hands). But I will tell you about a friend of mine and his experience in Harrod’s.
Federico spent a whole summer in London years ago when he was at University, working in the Salt Beef Bar in Harrod’s food hall.Once he told me :”Lots of Italian tourists came there for lunch and every single one asked me a “good espresso, like we do it in Italy”, recommending themselves to me. But after they has sipped their coffes, they usually complained about it. Then I used to start with a pathetic story about me being a poor student who hardly worked abroad to pay my university course. You can’t imagine how generous they turned with tips after listening to my performace!”.
You see, tastes are tastes…that’s why I also eat roasted chicken with knife and fork and use to pour water in espresso to make it similar to a Starbuck’s one ( under the horrified glance of my too Italian father).
Marcantonio Posa per malacopia
Scrivi un commento