Dal Circo al “circa”, basta una vocale per trovarci catapultati dall’Italia, che conosciamo da sempre, all’Italia contemporanea. Al Circo eravamo abituati: abbiamo letto le gesta di “quando c’era lui, caro lei” e di quando fortunatamente non c’era più; ci hanno raccontato il Circo della guerra e del dopoguerra, del babyboom e del boom economico, abbiamo conosciuto il Circo dello scudo crociato e del più grande partito comunista dell’occidente, il Circo della crisi petrolifera, dell’Italietta e della liretta, della Milano da bere, delle tangenti da intascare; il Circo del terrorismo, dei giudici, dei giudici-politici e dei politici-giudici; il Circo dei nani e delle ballerine; il Circo delle farfalline e dei farfalloni. I clown dominavano la scena e credevamo che, toccato il fondo, calasse il sipario. Invece no. Perché, in realtà, stavamo solo scivolando ancora e alla fine dal Circo c’era qualcosa, il “circa”, appunto. Infatti oggi viviamo l’era dell’assoluto pressapoco.
Abbiamo “circa” la sinistra e “circa” la destra. Il centro, circa sta un po’ con tutti e due. Abbiamo circa dei ribelli pentastellati, che a Parma non vogliono circa un inceneritore o circa lo vogliono. Abbiamo circa un cane, che si chiama Dudù, ma anche quattro gatti circa, che sono circa il comitato centrale del padrone (anche del cane).
Ora abbiamo anche circa delle riforme, che dureranno circa un anno ma forse anche di più, però bisogna cercare circa la copertura finanziaria. Dobbiamo inoltre ricordare che, circa a fine maggio, ci sono delle circa elezioni europee. Anche di queste, sappiamo poco o circa niente di cosa succede. Per la prima volta il parlamento europeo eleggerà il presidente della Commissione, che sappiamo circa cos’è, circa cosa fa (ma proprio “circa”) e circa dov’è, ma non sappiamo chi potrebbe essere, nemmeno all’incirca. Perché ogni schieramento europeo, per esempio circa i popolari e circa i socialisti, dovrebbe indicare un circa candidato e ogni lista italiana dovrebbe apparentarsi, all’incirca, all’uno o all’altro schieramento. Per il Pse pare ci sia circa Schulz, quello che circa Berlusconi chiamò più o meno “kapò”, facendolo circa arrabbiare parecchio.
Ma chi siano gli altri è difficile dirlo anche all’incirca (copio e incollo da internet: Martin Schulz per il Pse, Jean-Claude Juncker per il Ppe, Alexis Tsipras per la Sinistra europea, Guy Verhofstadt per l’Alde, Josè Bové e Ska Keller per Verdi/Ale). Ora, visto che noi facciamo circa parte dell’Europa, con una moneta che è circa l’euro, di cui in tasca alla maggior parte di noi ce n’è circa zero, sarebbe bene avere un’idea, almeno all’incirca, di cosa circa dicono i circa candidati alla circa presidenza e non solo i nostri circa politici di casa, che di programmi europei non ne parlano circa mai. Sarebbe bene sapere chi stiamo circa votando, scegliendo una circa lista, visto che, da un po’ di anni a questa parte, il circa presidente e la circa Commissione decidono parecchie cose circa la nostra vita.
Questo è quello che avviene circa nella politica, ma anche nella società circa civile, le cose vanno sempre all’incirca.
Non c’è persona che non si fregi ormai di saper fare circa tutto. Ci sono i circa dottori e i circa consulenti, i circa formatori, perché tutti dobbiamo essere circa aggiornati, i circa professori e i circa studenti, e poi le circa banche, a forzieri circa chiusi, perché il circa denaro è sempre circa zero. Ci sono i circa fontanieri, i circa muratori, i circa elettricisti che non li trovi circa mai e che, se anche li trovi, sanno fare circa il loro mestiere e quindi ti restano comunque un sacco di cose che funzionano all’incirca. E così devi circa ricominciare a cercare i soliti circa fontanieri, eccetera. Ci sono i circa parrucchieri, che sanno trattare i capelli giusto all’incirca, mentre i barbieri non ci sono circa più, perché anche i circa uomini vanno a farsi fare all’incirca i capelli con le circa donne.
Insomma i mestieri vengono fatti all’incirca e tutti parlano circa di tutto, sarà colpa, come diceva all’incirca Pasolini, della tv che spalma una circa cultura di massa e tutti credono di sapere circa tutto. Da circa un pezzo abbiamo detto addio all’umiltà.
Ma siamo circa ricchi o circa poveri? Circa boh.
Ci sono quelli che con 3000 euro di pensione al mese sono circa ricchi e quelli che con 2500 euro di pensione al mese sono circa poveri. Mentre quelli con circa 30mila euro di pensione al mese sono sempre gli stessi, senza circa. Ci sono le circa rotazioni nelle nomine ai vertici delle società circa pubbliche, che poi sono sempre gli stessi anche loro, circa come nel gioco dei 4 cantoni.
Va a finire che in tutto questo all’incirca ci sono quelli che ci guadagnano parecchio. Come scriveva Luciano Bianciardi: ci sono persone che battono molto i piedi, così sollevano molta polvere e ci si nascondo dentro.
Ecco, forse sono loro che spargono la cultura del circa, perché circa gli conviene, non sanno fare circa niente e fanno molto rumore per circa nulla, ma sembra che facciano circa tanto.
Anche queste citazioni, però, sono fatte un po’ all’incirca. D’altra parte i circa giornalisti, scrivono solo dei circa articoli, a volte circa disfattisti o circa qualunquisti. La categoria è approssimativa per definizione, allora chiedo all’incirca scusa, è solo un circa sfogo, per quella che mi pare ormai una triste, circa, realtà.
Maria Teresa Scorzoni per malacopia
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