Siamo ai titoli di coda… Ricci/Forte presentano Darling per il ROMAEUROPA FESTIVAL al Teatro Eliseo di Roma.

Malacopia_Darling_2E l’avventura nella biodinamica dei sentimenti continua. Stavolta il duo Ricci/Forte prende spunto dall’Orestea di Eschilo per condurci in quell’area leggendaria e riconosciuta come saga degli Atridi. Si erano già avvicinati al mito greco con Troia’s discount, che peraltro debuttò proprio al Piccolo Eliseo nel 2008. Al ROMAEUROPA FESTIVAL portano una nuova produzione, per una ben ritrovata (si spera) ri-apertura del Teatro Eliseo, Darling. Un excursus di 110 dieci minuti ininterrotti di resistenza umana, di carica magnetica ininterrotta. Una vivace  e laboriosa seduta medianica intorno ad argomenti ben conosciuti nel tentativo di farceli rivivere.

In uno scheletrico e commovente Teatro Eliseo vuoto, campeggia solo un container, a grandezza naturale, e assolutamente realistico (scena originale e multifunzionale di Francesco Ghisu) su cui sono stampate a chiare lettere -e non a caso- E.N.C.U. (Emergenza Nutrizione Unità di Coordinamento) in luogo di un emergenza, di una reggia, di un palazzo, di un luogo esemplare su cui compiere il sacrificio di Oreste e nello stesso luogo trovare la sua espiazione.

Malacopia_Darling_1Ma i personaggi della trilogia non ci sono, si sono assentati dal misfatto, sono attesi come in uno sbarco in aeroporto. Cartelli su cui, preceduti dal suffisso Mr., ci sono i loro nomi: Pilade, Oreste, Agamennone, Egisto… Ma alla fine di tanta attesa i famosi eroi saranno tralasciati. La sfida, che come sempre Ricci/Forte accolgono, è di riscrivere con grande creatività tutta l’intera vicenda secondo il proprio codice.

Come da una citazione della famosa edizione vista ad Ostia Antica nel 1984 dell’Orestea, con la regia di Peter Stein, i cittadini di Argo elegantemente abbigliati si proteggono con delle coperte da equipaggio militare. E Clitennestra in un abito settecentesco ha una maschera neutra che ricorda quelle usate da Benno Besson, ma sormontata da una nuvola di capelli bianchi. Ma ben presto la maschera scivola via per mostrarci  sul viso della straordinaria Anna Gualdi la cronaca di tutti  i pensieri, così ben distillati dal reportage.

Malacopia_Darling_3L’incontro fra Oreste ed Elettra è espediente astuto assolutamente gustoso e primitivo. Come delle giarrettelle napoletane, da un oblò del container, spunteranno due mani rivestite di un calzino, dialogano in un irriverente francese  che scopriamo essere del generoso Piersten Leirom. I due fratelli, una volta riconosciutisi, concorderanno l’eccidio della fedigrafa Clitennestra.

Sembra quasi ma poi lo si scoprirà nel finale che Ricci/Forte, rispetto alle apocalittiche e insanabili prospettive di sventura, aprano ad una positività accettata e condivisa. Vuoi vedere che stirando fra le pieghe di un sole stropicciato, quel sole, costituito da dieci fari proiettati verso la platea, possa –  una volta spiegato – far sperare in un prossimo venturo più positivo e luminoso. Un filo di speranza si intravede all’orizzonte. Chissà.

Non siamo dunque ai titoli di coda ma solo all’inizio di un film da guardare al rewind, per ripartire dagli errori, per riparare quello che  è già compromesso. Così come l’istituzione del tribunale da parte di Athena, anche se non sarà perfettamente equo con una votazione non propriamente onesta, ma se ciò porterà all’affermazione della democrazia, dell’uguaglianza, della legalità ben venga anche Athena!

Le Erinni sono dei ghostbusters in tutù che braccano Oreste intanto che via via la Reggia/Container/Tribunale viene demolita sulla note di Satisfaction: monitorata attraverso spaesamenti continui, giochi inutili di riconoscimenti paradossali, nutrimenti terrestri fatti di assaggi e poi vomiti. Insomma quei feti piantati in immacolati vasi bianchi e poi innaffiati sul finale sono da intendersi in positivo o in negativo? Nuove generazioni si affacciano alla ribalta della vita, una premurosa tata, che sculaccia degli homo sapiens per impartire regole, lascia bene sperare non in una regressione piuttosto in un ripartire laddove il black-out ha creato un falso contatto.

Completano il generoso e inflessibile cast il sempre più carismatico e indistruttibile Giuseppe Sartori e Gabriel De Costa.

 Mario Di Calo per malacopia

Malacopia_Darling_4Ricci/Forte presentano Darling
con Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Piersten Leirom, Gabriel Da Costa
drammaturgia ricci/forte
movimenti Marco Angelilli
elementi scenici Francesco Ghisu
costumi Gianluca Falaschi
regia Stefano Ricci
una produzione Romaeuropa Festival e Snaporazverein
in co-produzione con Théâtre MC93 Bobigny/Festival Standard Ideal,
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Festival delle Colline Torinesi

photo Piero Tauro