Pallade Atena arriva in spiaggia la mattina, né troppo presto né troppo tardi. No, dire che “arriva” è inesatto. I comuni mortali arrivano in spiaggia, con il loro contorno di borse strapiene, borsette ciancicate, asciugamani spiegazzati, giornali e riviste cacciati nelle borse alla bell’e meglio, cartocci di vettovaglie, infradito che spuntano qua e là: sono sudaticci per il viaggio, affannati, sbarcano con lo sguardo ansioso di extracomunitari appena scesi dal gommone in cerca di un quadrato di sabbia dove accamparsi strappandolo ad altri sventurati.
Pallade Atena no. Lei non arriva, ma si manifesta, compare come se fosse appena scesa dalle azzurre lontananze olimpie e si fosse materializzata lì, direttamente sul bagnasciuga. Alta, slanciata, con un fisico pazientemente costruito muscolo per muscolo, neanche un filo di grasso in più, il costume che pare stirato perché non fa una piega, i capelli lucenti e perfetti, la pelle ignara di sudore (che cosa volgare!), perlustra la battigia con il suo sguardo ceruleo e saettante. Arriva già mangiata, perché le dee non possono mangiare in spiaggia e comunque non hanno fame, e pure già abbronzata, perché vive abitualmente nell’iperuranio e quindi il sole ce l’ha vicino di suo, o comunque ha vicino un centro estetico dove farsi la lampada.
É organizzatissima, Pallade Atena. Mica per nulla è la dea dell’intelligenza. Nello spazio della borsa da spiaggia piccina che si porta dietro è riuscita a far entrare in perfetto ordine ed allineati i soldatini del suo esercito da sbarco: infradito ultima moda, asciugamano in microfibra della sfumatura di tendenza per quest’anno, telefonino di ultima generazione, tablet, e-reader (per leggere i libri dovesse non funzionare il tablet), bikini, bikini di riserva dovesse sporcarsi il primo, cuffia per il bagno, occhialini per il bagno, un assortimento di creme solari di varie gradazioni che coprono qualsiasi gamma di raggi, compresi quelli scatenati da una esplosione atomica, crema per le punture di zanzare, crema per la puntura di meduse, spuntino ipocalorico e frutta assortita tenuta in un contenitore separato e autorefrigerante, acqua naturale ed iposodica con portabottiglietta che la tiene al fresco, settimana enigmistica, sudoki vari (è la dea dell’intelligenza, quindi ne risolve a volumi nel giro di pochi minuti), lettore mp3 con auricolari ed all’interno cinque ore di brani musicali suddivisi rigorosamente in playlist da selezionare in base all’umore e/o al paesaggio.
Non guarda i comuni mortali che incrocia, Pallade Atena. Ci mancherebbe. Al massimo sono loro che guardano lei. Con un misto di reverenza e timore, tanto è vero che appena compare gli altri si fanno spontaneamente da parte e le lasciano libero, immediatamente e senza fiatare, il quadratino di sabbia davanti al mare più comodo e meglio esposto, perché a tutti è chiaro che quello è suo per diritto divino.
Stupisce solo la folla che anche lei si abbassi a venire in spiaggia così, con un asciugamano da buttare sul bagnasciuga, invece che starsene sotto un costoso ombrellone in zona vip. Ma forse è perché è una dea democratica, in fondo, Pallade Atena. O più probabilmente perché la crisi economica, ormai, ha toccato anche le dee.
…spiaggiatamente vostra
Mariangela Galatea Vaglio per malacopia
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