Vesta, colei che ha trasformato in focolare la propria scrivania.
In antico era la dea del focolare. Ma siccome ora vive e lavora fuori casa, Vesta ha trasformato in focolare la sua scrivania, con tutte le varianti del caso, tipo le tendine con pizzo applicate al monitor del pc. La sua postazione. In realtà, è la replica in miniatura del salotto di Nonna Speranza, quello gozzaniano, pieno di belle cose di pessimo gusto. L’assortimento comprende: vassoietti multicolori ma tendenti al rosa disseminati di caramelle e cioccolatini da offrire a chi passa; tovagliette o fazzolettini in colori pastello da mettere sotto a tazze da tè che misteriosamente compaiono sul ripiano (sì, lei tiene tazze da tè occultate nei cassetti, assieme ad un assortimento di biscotti e frollini, e anche ad un bollitore); foto di bambini in varie età e pose che coprono l’intero parentado fino alla prole dei cugini di quinto grado che non ha nemmeno mai visto perché vivono da tempo immemore in Australia; collezione di gattini di terracotta in pose buffe; collezione di palline di plastica trasparente con dentro riproduzioni di monumenti di città in cui non è mai stata (Vesta non si muove mai dalla sua postazione), ma che le hanno regalato amici e parenti giramondo; collezione a caso di cianfrusaglie assortite e non meglio identificate ma comunque catalogabili come “carucce”.
Vesta in ufficio non fa molto, ma è fondamentale. Il suo compito principale è quello di passare il tempo ascoltando gli sfoghi degli altri. Pino ha litigato con la moglie? Lei è lì, a fare terapia di coppia a distanza. Mina dell’ufficio vendite ha un attacco di cervicali? Non c’è problema, dal cassetto di Vesta escono subito cuscinetti riscaldanti, pomate atte a curare ogni tipo di dolore, ed una lista dei migliori fisiatri da interpellare, corredata di numeri di telefono ed orari di ricevimento.
Il meglio di sè lo dà nei periodi di feste aziendali a Natale oppure con i pensionamenti. Vesta è in grado di organizzare party memorabili per chiunque, anche per l’Oscuro contabile dell’ufficio acquisti di cui nessuno, dopo trent’anni di onorato servizio, ricorda ancora il nome.
Ma se l’organizzare la festa la gratifica, c’è solo una cosa che manda Vesta davvero in sollucchero. Quando, finito il party, e andato via anche l’ultimo invitato, lei resta sola in mezzo al casino e allo sfacelo. E può finalmente mettersi a riordinare.
Mariangela Galatea Vaglio per malacopia
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