Confesso subito che da qualche tempo ormai sono molto prevenuto nei confronti di questo genere di film. Ammetto che non sia facile accontentare un appassionato di fiabe e di fantasy come me, la trasposizione cinematografia di certi capolavori è più difficile che trovare tracce di latte in un milkshake McDonald’s. Però non è solo colpa mia: l’anno scorso due Biancaneve sbiancate, ma che dico, completamente stinte e quest’anno una bella bestiale mi hanno decisamente scoraggiato. A tal punto che quando mi sono lasciato convincere ad andare a vedere Maleficent mi sono detto: “Va beh, vediamoci questa ennesima cag… Ops… Volevo dire, ma sì: andiamoci a svagare con questo film sicuramente senza (alcuna) pretesa!”.
Alla fine, invece, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Direi addirittura folgorato. Tanto da poter dire che il film lo consiglio a tutti perché è davvero una FIGATA! E non perché c’è l’intramontabile FIGA di Hollywood Angelina Jolie, che col tempo ha perso quella bellezza prorompente al punto da sembrare volgarotta con quei labbroni da paura (La chiamavano Bocca di rosa, metteva l’amore metteva l’amore!), diventando una gran bella signora di classe: altro che Malefica, direi una Bellafigheira! 🙂 Non solo per la fotografia e per gli effetti speciali (che il 3D esalta), non solo per l’ambientazione classica e, al tempo stesso, innovativa, non solo per il giusto equilibrio tra azione e introspezione. Non solo per aver rivelato la vera idiozia delle tre scialbe fatine. Non solo.
Bella, intrigante, vibrante la riscrittura della fiaba della Bella Addormentata, che si colloca nel filone delle riuscitissime storie parallele/alternative, di cui Wicked (il musical ancor più del romanzo su cui è basato) ne è il più splendido esempio. Bello il rovesciamento di prospettiva, dichiarato fin dall’inizio dalla voce narrante e dato dall’uso in modo del tutto diverso degli elementi già presenti nella fiaba di Perrault. E, poi, finalmente, Maleficent è un film Disney 2.0, nel senso che è una fiaba pensata per gli adulti ma che possono vedere anche i più piccini! Figli trattati come adulti con i quali dialogare alla fine del film per confrontarsi su tematiche complesse.
Sì, avete letto bene, il film è della Disney e quello che deve colpire davvero è quanto la Disney dimostri di essere avanti nel modo di raccontare questa storia. Vi posso anticipare che la morale del film, in sintesi, è che l’amore è sempre e comunque amore. Non c’è più l’esaltazione e, con essa, la cristallizzazione dell’amore genitori/figli e, da qui, il costante e rassicurante richiamo alla famiglia “tradizionale”, che per antonomasia viene spesso definita “la famiglia Disney””. Qui c’è (segue spoiler, ATTENZIONE!!!) una donna molto delusa perché non crede più nell’esistenza dell’amore vero (quello col maschio tradizionale) e che riscopre il “vero amore” baciando (sulla fronte) Aurora, che pure anni prima aveva maledetto. Insomma, un accenno dichiaratamente ma delicatamente lesbo che è un incredibile passo in avanti, molto coraggioso, che la Disney fa. Devo dire che è bello pensare che la società cambi e che anche il cinema “popolare” si faccia portavoce di nuove istanze e di una cultura del rispetto intesa in senso globale.
Ritornando alla morale, c’è anche di più, molto di più. Non ci si limita a celebrare la vittoria dell’amore, comunque declinato, sull’ossessione, sull’ostinazione, sull’ottusità, ma c’è un messaggio universale di redenzione, per cui chi ce la fa davvero è chi sa riconoscere i propri errori e non rimanerne schiavo, chi sa rimettersi in discussione e affrontare le proprie paure per tornare a… volare! “Avevo le ali, ed erano forti… Ma mi sono state rubate“. Quelle ali bellissime che sono metafora di libertà anche d’amare. In maniera estremamente sofisticata, nel film la protagonista è, al contempo, la cattiva cattivissima e l’eroina!
E colpisce, infine, l’atteggiamento di Aurora. Sincero, anzi, di più, autentico di fronte alla sconfitta di un padre che non era mai stato tale e lei non aveva mai conosciuto, ma di cui scopre la meschinità: né una lacrima né un pensiero. Le colpe dei padri non ricadranno più sui figli. Il legame d’amore va ben oltre il legame di sangue.
Si sa che le Mal-e-qualcosa, come Mal-eficent, alla fine non sono così Mal. E noi Mal-acopia le amiamo!
Io penso che questo film sia il giusto connubio tra storia rielaborata, in maniera favolosa, e morale dedicata all’amore. E secondo me non è proprio un puntare a sottolineare il lato lesbo o meno dei personaggi, me è rivelare che l’amore si costruisce passo passo con il tempo, partendo dall’odio per finire a risvegliare un sentimento ben più forte. Le favole ci hanno sempre abituato al colpo di fulmine e all’amore a prima vista, cosa che anche qui accade, ma che inesorabilmente fallisce e c’è bisogno di qualcosa di più forte per poter risvegliare gli animi addormentati non solo di una bella ma di tante persone che erano state accecate dall’odio e dalla paura.
Condividiamo a pieno ed è proprio quello che Marco scriveva. La morale è ben più ampia e articolata 🙂
Bel commento, ma la vedo come una forzatura riconoscere del lesbo in quella scena; semmai, per come l’ho percepita, è l’emancipazione dell’ Agapao dall’ Erotao.
Insomma: 2.0 sì, ma c’è molto più gesù cristo che gianna nannini in quel bacio.
Secondo me è un ACCENNO, delicato, ma c’è. E’ molto evidente anche nell’estetica della scena e nella prospettiva narrativa e simbolica in cui procede la riscrittura. L’emancipazione dell’amore spirituale dall’amore/congiunzione carnale sicuramente c’è ma è un’altra cosa ancora 🙂
Resto dell’idea che sia una forzatura, ma sono consapevole che il “problema” di fondo è che Angelina Jolie è così figa che riesce ad essere erotica anche quando si taglia le unghie.
Concordo col Mellusone, anche a me è davvero piaciuto. Vi dirò che – SPOILER! – io non ci ho visto tanto un accenno lesbo, quanto il tema universale che giustamente evidenzi anche tu: la famiglia tradizionale non è più centro di gravità permanente (che non ti faccia mai cambiare idea, sulle cose, sulla gente…), bensì viene sostituita da tanti altri modelli interscambiabili proprio perché composti del medesimo valore. E così un figlio adottato, è pur sempre un figlio amato; una madrina sola, single (anche se è la Jolie), può crescere una bambina senza essere additata; una coppia composta da un corvo e una fata si può occupare di un bambino meglio di tre tate (INCAPACI).
Un inno alle nuove famiglie, un benvenuto alla società che si sta costruendo oira, e che sarà del futuro.
Grazie Erika! 🙂