Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni in prima assoluta al romaeuropa festival 2013

1459271_191911437664017_861133021_nIn principio fu un fatto di cronaca: tre anziani, prima due, poi un terzo a distanza di tempo, si suicidano a Civitanova Marche per sopravvenuti debiti insoluti. Poi ci furono le pagine iniziali del bel romanzo edito da Bompiani nel 2012 “L’esattore” di Petros Markaris, sul suicidio di quattro donne pensionate greche che si tolsero la vita in un coktail di vodka e sonniferi, che se ne andarono per non essere più di peso ai medici, ai farmacisti e a tutta la società – così spiegarono nel biglietto che lasciarono come unico testamento. Ed infine lo spettacolo Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, che vi si è ispirato e che ha debuttato in prima assoluta al RomaEuropa Festival 2013 al Teatro Palladium di Roma nella nuova produzione del gruppo Deflorian/Tagliarini.

Un’immagine netta campeggia nell’aria prima di ogni altra descrizione, su noi tutti: quella scena desolata ed agghiacciante del tavolo con tre sedie, una bottiglia di vodka, un astuccio di sonniferi – che poi scopriamo essere vitamine dell’attore che apparecchia la scena – e quei quattro bicchierini vuoti. Lo spettacolo vive tutto sulla negazione, sul non esserci, sul non rappresentarsi, tanto tutto è uguale, inutile è ogni sforzo della rappresentazione della realtà, tanto tutto è uguale. Difatti, dopo essere entrati in scena, i quattro interpreti, illuminati solo da una striscia di neon, in un palcoscenico completamente vuoto (se si fa eccezione per le tre sedie addossate ai muri), dichiarano e informano subito sul non essere pronti a rappresentare nulla, non per mancanza di tempo, anzi, probabilmente per una potenza eversiva tutta nuova, nel disconoscere e/o riconoscere un’impotenza di fronte alla contemporaneità del vuoto.

ilariascarpa-deflorian-tagliarini‘La realtà è più nera del nero’ dice ad un certo punto Daria Deflorian. È così che pian pianino la storia delle quattro disgraziate pensionate, proprio nel non volerla raccontare, al contrario si fa carne e strumento attraverso la naturalezza e la commozione dei quattro straordinari interpreti. Ad uno ad uno in un casuale accavallarsi e confrontarsi ci raccontano il proprio personale punto di vista.

Dapprima la Deflorian, che, con una fisicità plastica in una compunta commovente compassione, comincia a farci entrare nel vivo della vicenda/non vicenda, provando e riprovando una postura adatta ad essere il più possibile veritiera. A lei si avvicenda la brava Monica Piseddu, che prende in mano il bandolo della matassa e sempre con la stessa curiosità e passione ci porta per mano nel suo percorso ‘non’ interpretativo.

Tocca quindi ad Antonio Taglierini, che regala un momento di assoluta crudele bellezza e coerenza coll’intero corpo dello spettacolo, nel silenzio ed in un felice gioco en travesti, provando ad ‘essere’ o ‘non essere’, da uomo, un’altra delle quattro pensionate, indossando una misera gonna e completamente cancellato/a dal nero del vuoto abissale, alle mani dei guanti ed il viso coperto da un passamontagna, con solo una parrucca castano chiaro. Arretrando come un automa, lentamente nel buio scompare e si auto-dissolve. Valentino Villa – che ritorna come attore alle scene dopo il suo ottimo lavoro di regista svolto negli ultimi anni – forse è l’unico più attore ed anche in ottima forma, essendo stato giustamente spettatore per troppo tempo delle preoccupazioni degli altri colleghi, lamentando di essere pur sempre la quarta delle quattro pensionate suicide, tocca a lui tirare le somme dell’ora circa di durata dello spettacolo: per ‘cancellare’ tutto quanto è stato detto o è stato fatto, come se fossimo ad una performing art, insieme con gli atri tre compagni ri-copre lentamente e minuziosamente di nero tutta l’attrezzeria di scena, incluse le sedie ed il tavolo. Mentre escono di scena, rimane quest’immagine/non immagine fissa nella mente di noi tutti spettatori imbelli a cui si ispira tutto il prezioso lavoro di questo interessantissimo gruppo.

Spettacolo duro, un pugno nello stomaco, tocca da vicino. La mano è protesa verso di noi e bene fanno a tirarci dentro in questa forma di spettacolo non da assistere ma da con-partecipare con gli straordinari artefici di questa serata indimenticabile. Nessuno può discolparsi o esimersi di fronte a cotanto impegno e coerenza.

Mario Di Calo

…for malacopia

4cd1ed_b527782f6cd82060de4a2b5685e7da09CE NE ANDIAMO PER NON DARVI ALTRE PREOCCUPAZIONI -DEFLORIAN/TAGLIARINI

ispirato a un’immagine del romanzo di Petros Markaris “L’esattore”

un progetto di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con Daria Deflorian, Antonio Tagliarini, Monica Piseddu e Valentino Villa collaborazione al progetto Monica Piseddu e Valentino Villa luci di Gianni Staropoli consulenza per le scene Marina Haas

una produzione Planet3 & Dreamachine coproduzione Teatro di Roma / Romaeuropa Festival 2013/ 369 gradi in Collaborazione con Festival Castel dei Mondi

7 – 10 novembre TEATRO PALLADIUM Roma