2 settembre 2016, ore 6:48 a.m. mentre apro gli occhi.
Accendo il telefono. Blink (suono “cristallo” del mio iPhone per i messaggi wazup).
è una nota vocale di mio fratello.
“Ciao Marc. Io e Marta abbiamo deciso di sposarci. Vuoi essere il mio testimone? Ci sposiamo il 29 ottobre!”
Non ho ancora finito la mia prima tazza di tea della giornata che lui ha già pianificato il resto della sua vita. Allibito, mi esce di bocca un “Oh Gosh!”.
Che poi, naturalmente io sono felice che lui abbia incontrato una ragazza dolce e concreta come Marta che gli vuole bene. posso star tranquillo che lei ed il mio fratellino saranno sempre uniti ed affiatati (e non nascondo che l’idea di avere dei nipotini da vestire come piace a me, drives me crazy!).
Ore 7:00 a.m. mentre mi preparo.
Devo però spiegare chi è mio fratello. Louis, mio fratello, per l’appunto, è famoso in famiglia (e altrove) per la lazyness con cui porta a termine i suoi impegni: colazione dalle 8 alle 11, laurea a 37 anni, ben 5 anni di appuntamenti prima di chiedere a Marta di fidanzarsi. Non ha mai fretta, non è mai trafelato, nulla riesce a perturbare la sua quiete. La gente in ogni parte del mondo diventa nevrotica perché non riesce a far tutto e lui si guarda intorno come se fosse assurdo ammazzarsi dalla mattina alla sera (sono che abbia ragione lui, ma la calma resta pur sempre un’utopia per la maggior parte di noi).
Insomma, confrontando la sua vita calma e posata con la mia, di sicuro non sono io quello che sembra un imperturbabile Sir.
Ore 7:34 a.m. mentre vado a scuola in scooter, con le cuffie dell’iphone infilate sotto il casco.
Chiamo mamma, bisognoso di chiarimenti se non addirittura di conforto.
“Good morning! è una notizia vera o è uno scherzo quello di Louis? Davvero si sposano? Cosí, con la stessa facilità con cui tu organizzi una cena con le tue amiche pugliesi al circolo inglese a Trani?”
“Good morning Little Prince!” – mi ha risposto con un tono lievemente stridulo, di chi sta per perdere il suo proverbiale aplomb da gentlewoman ed avere un tracollo nervoso- “Proprio cosí. Con la stessa leggerezza con cui tu esci e vai a “prendere” una passeggiata in centro, lui e la brunetta che fanno?! Decidono di sposarsi! Da un giorno all’altro! C’è l’ha detto ieri sera. Ha portato Marta a prendere un drink qui e ce l’hanno comunicato. Siamo felici of course ma come faremo ad organizzare tutto in cosí poco tempo? Ovviamente dovrò occuparmene io se non vogliamo farci dire dagli zii e dai cugini inglesi che la nostra famiglia è finita in macerie!”
“Mom, si dice andata in rovina…”
Io ridacchio mordendomi le labbra mentre cerco di evitare le buche di Roma. Immagino lei con uno di quei suoi kaftani variopinti di velluto, che si compra da Liberty of London, piena di collane, stesa su un divano come un pavone tramortito da un colpo contundente, con in mano un bicchierino di sherry all’ora in cui nessuna persona respectable potrebbe mai cominciare a bere.
“… oppure finita in malora!”. Sono quasi quarant’anni che vivi in Italia e parli ancora come una soubrette inglese in trasferta”.
“You are mercyless! (ecco, lo sapevo). I need you to support me now, non mi prendere in giro!” E, fingendo di piagnucolare, aggiunge: “Ho bisogno di zia Rose, solo lei mi aiuta in questi momenti”.
Nel frattempo, arrivo e parcheggio. Siccome detesto in Momy l’aria da bambina viziata di Belgravia, decido di farle saltare i nervi. A volte sono cattivo, I know.
“Mamà sorry, hai ragione. Tanto lavoro da fare e nessuno che possa capire l’importanza di certi dettagli in un matrimonio brit che si rispetti. Mi spiace essere lontano, avremmo messo su un grande wedding party insieme! A proposito, tu e le tue sorelle avrete bisogno di un ladylike attire adatto for the event. Non vorrai che le tue cugine di Northfolk vi mettano in ombra!”
Ecco, la sicura è sganciata ed ho innescato la granata che sta per scoppiare. Con la faccia paonazza per l’eccitazione, salgo le scale dentro scuola e mi pregusto la risposta.
(N.B. Mamma ha due sorelle, Rose e Joan. Insieme sono tre walkirie. Una volta alte bionde e filiformi, ora alte bionde-tinte e possenti. Competono con le tre cugine di Northfolk da sempre; quando erano bambine, per la scuola più esclusiva, dolls’ house e voti. Da adulte sono passate a cappellini, lauree e fidanzati blasonati. Ogni familiar reunion diventa uno scontro silenzioso e composto tra i due club teutonici, in cui il blue blood non si scalda mai come quello dei comuni mortali. Tuttavia, si prenderebbero volentieri per i capelli se solo fossero cresciute – che ne so… – in Ciociaria!).
“Quelle tre piccole vipere avranno something to say per il troppo breve tempo tra l’invito ed il matrimonio, non posso dare loro altro filo!”
“Si dice altro spago”, mamy!”
“Whatever it is, le batterò sul tempo! Questo sabato devo andare a Mayfair con le mie sorelle e non torniamo a casa finché non abbiamo tutte tre vestito, scarpe, borsa e cappellino! Devo “reservare” un appuntamento da Jenny Packham appena aprono i shops oggi! Adesso ti lascio che chiamo le zie. Dobbiamo fare i tickets. E devi venire anche tu!”
“Mamma, ho da fare! Non posso partire questo weekend!”
“Ti compro io il biglietto. Vedi di non farmi scherzi o mando tuo padre a prenderti a scuola e a portarti in aeroporto! La nostra famiglia non andrà in macerie! Lo giuro sul mio nome!”
“Ok mum, ma tu vedi di stare calma! Ti lascio che sono davanti alla Sala Professori. Talk to you later!”
“Si sì. Bye” e attacca.
Ore 8:15 Mentre entro in classe.
Sono sconvolto. Se mia madre non si dà una calmata e non le diamo una mano, davvero la mia famiglia va in malora. In realtà, ben prima di cominciare il delirio della mia giornata a scuola, sono io che ci sono finito in macerie!
Marcantonio Posa per malacopia
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