Stavo sognando proprio di te…
Federico… Come here omaggio al cinema felliniano con Sandra Milo al Teatro Arcobaleno di Roma fino al 13 aprile.
Secondo Wikipedia. Sandra Milo, al secolo Salvatrice Elena Greco, è stata tra le protagoniste del cinema italiano degli anni sessanta. Ma quest’affermazione non corrisponde a verità. Nell’immaginario dell’italiano medio, è stata ed è ancora molto di più di quanto si dica nell’enciclopedia on-line: sogno sensuale e opulento di un Italietta che andava a ridisegnandosi in una nuova identità, con una nuova economia, col boom economico di quegli anni, Sandra Milo ha coccolato nei loro sogni più reconditi milioni di italiani. Oggi è un’icona che ad ottant’anni mostra con grande orgoglio la sua età con tanta vividezza e tanta vitalità da far invidia a molte ventenni.
L’affascinante attrice è in scena al Teatro Arcobaleno di Roma con Federico… Come here! scritto da Nicola Bonimelli per la regia di Walter Palamenga. Un viaggio nei ricordi, nella memoria, lo spettacolo è un dolce amarcord di rievocazioni legate al grande regista di 8 ½. Ed è proprio in occasione della realizzazione del film, premio Oscar 1964, che i due si incontrano e si conoscono e nasce un grande amore sia artistico che intellettivo. Federico Fellini le affiderà il ruolo di Carla, l’amante di Guido Anselmi, e troverà per molti anni ispirazione nel carattere sbarazzino e apparentemente svagato di Sandra Milo. A lei successivamente promette la parte de La Gradisca di Amarcord, le farà sostenere il provino, ma poi affiderà il personaggio a Magali Noël per poi far ‘doppiare’ all’attrice francese movenze e sembianze che ricordano molto quelle di Sandrocchia, come amabilmente il Maestro la vezzeggiava.
Ma quanto rumore fa la memoria? In scena il regista Palamenga, di spalle e in ombra come un vero director, con tanto di cappello a falde larghe e sciarpona rossa, che ben identificano il regista riminese, aiuta la Milo nel percorso di reminescenza. E come per magia si materializzerà Guido Anselmi, il regista indiscusso di si cui racconta in 8 ½, qui interpretato da un divertito e per nulla intimorito dal confronto con Marcello Mastroianni, Luca Arcangeli, anche bravo cantante e ballerino di tango. In un gioco di sdoppiamenti sintattici, aiuta anch’esso la arguta e svaporata Sandra Milo nel percorso di reminescenza. Sandroccihia, chiudendo gli occhi, inizia a contare, come se dovesse recitare su quel famoso set cinematografico e come le chiedeva Federico Fellini. E la mente va libera ma i sogni non vengono mai in ordine e quindi in ordine sparso, come se si assistesse ad una seduta medianica, sprofondata in una poltrona nera chippendale, la donna assiste divertita, immagine dopo immagine, ricordo dopo ricordo, sulle magiche note di Nino Rota – sulle quali danzano i clowns, altra citazione felliniana, Flavia Corsi e Daniele Arceri – a quanto il suo inconscio desidera ancora ri-analizzare e ri-sistemare nella propria scatola della memoria, poiché c’è sempre tempo per trovare il giusto ordine ai propri pensieri.
Un taccuino dove appuntare le ombre di un passato ancora tanto attuale. Per la vivida fantasia di F.F. due braccioli di due divani accostati possono far immaginare due cosce sopra il quale campeggia un enorme sedere, attributo rispetto al quale Sandra Milo ancora si domanda se venisse apprezzata solo per quello. Ma è ovvio che era un connubio artistico di altissimo livello che ha dato i frutti che ben si conoscono. Bella la soluzione finale in cui Walter Palamenga, che impersona in scena lo spirito del regista evocato, chiede a Sandra, nella parte di se stessa, di essere truccato come lei per vedere cosa si prova ad essere una donna come Lei, come un processo meta teatrale di trasposizione paranormale i n cui i due grandi artisti combaciano in un unico afflato.
Ci sono tutti gli elementi che caratterizzano il cinema felliniano, dalla nostalgia del cinema muto di cui si nutrì, a tutti quei funamboli, acrobati e circensi di cui è popolato il suo cinema – da citare i bravi Yurij Pezzini e Claudia Marino – fino a quell’ossessione rappresentata per l’animale rinoceronte, poi resa concreta nel film ‘E la nave va’. Una catena dell’amore o d’amore? Poco importa se di omaggio si tratta. E qui ci si può permettere di omaggiare una grande donna che ha fatto sì che tutto il mondo potesse fare l’amore con l’Italia attraverso le sue ammirevoli interpretazioni.
Mario Di Calo per malacopia
La compagnia Caliban presenta
Federico…Come here! A m’ arcord Fellini, di Nicola Bonimelli
con Sandra Milo
e con Walter Palamenga, Luca Arcangeli, Yurij Pezzini, Claudia Marino, Flavia Corsi, Daniele Arceri
regia: Walter Palamenga, costumi: Rita Forzano
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