C’era una volta un leone ammalato, che giaceva nella sua caverna. Giunta una volpe al suo capezzale, il leone le disse: – Se vuoi la mia guarigione, se la mia vita ti è cara, cerca il cervo, e lusingandolo con dolci parole portalo qui, tra le mie grinfie, ché ho bisogno delle sue viscere e del suo cuore –
– Non sarebbe meglio un antibiotico? – chiese la volpe.
– Sì, ma tra le avvertenze c’è scritto di assumerlo a stomaco pieno ed ho finito ieri l’antilope. –
– Logica stringente! – disse la volpe.
Addentratasi nel folto della foresta, la volpe si diresse alla casa del cervo e, giunta presso di lui, esordì: – Caro cervo, nobile cervo, il leone, ormai in fin di vita, ha deciso di nominare un erede. Pensando a quale bestia potesse succedergli, egli non ha potuto che scegliere te tra tutte le creature della foresta incantata!
– E quali mai sono le cose che lo hanno indotto a scegliere me, tra tutti? – chiese compiaciuto il cervo.
– Le tue corna simili a una corona, il tuo aspetto imponente e regale, i tuoi morbidi e succosi prosciutti. –
– Scusami, quale era l’ultima cosa? – chiese il cervo, allarmato.
– Il tuo aspetto imponente e regale – ribattè la volpe.
– Ah ok, devo aver capito male – disse l’acutissimo cervo.
Si incamminarono quindi fino alla caverna del leone, il quale, appena vide il cervo, gli saltò addosso per azzannarlo, ma debilitato da dieci giorni di tachipirina e riso in bianco, a malapena gli morsicò un orecchio. Il cervo impaurito scappò nel folto della foresta.
– Vai e riportalo subito qui con scaltre parole -, ordinò il leone alla volpe.
– E ‘sti cazzi! Ordinare cinese no? – disse l’animaletto seccato.
– Odio il glutammato, è poco salutare – rispose il monarca.
– Mangiare un animale infestato di parassiti invece…- disse sottovoce la volpe, la quale si voltò e si rimise in marcia.
Quando fu di nuovo a casa del cervo, questi la aggredì: – Ma sarai stronza? Fuori di qui, altrimenti ti sparo. Ho una pistola e non ho paura di usarla!-
– Avrai anche una pistola, ma ti manca ancora il pollice opponibile! – disse la volpe, poco preoccupata dalla minaccia. – Comunque, hai frainteso le mie parole. Ora ti spiego tutto, e poi decidiamo il da farsi. –
Tre giorni dopo la gazzetta della foresta titolava a grandi lettere del “vizietto proibito” del re degli animali, il quale, secondo la testimonianza del cervo, attirava giovani animali maschi nella sua tana per abusarne, ucciderli e mangiarli. Gli animali erano scioccati: – Come avremmo mai potuto sospettare che il leone fosse carnivoro? – chiese stupita l’oca, che anche in quest’occasione non aveva afferrato una cippa.
Il leone, a causa dello scandalo, fu costretto ad abdicare. Dopo la sua deposizione, venne esiliato in regime di 41bis per i suoi reati, e morì di solitudine e cianuro in una tazzina di caffè. Non avendo figli maschi, il successore fu nominato il suo più fidato consigliere, la volpe. Il cervo, dal canto suo, venne coinvolto in uno scontro frontale tra carrozze fatate.
La volpe, solitaria sul trono, volgendo lo sguardo al ritratto del precedente monarca esclamò: – Scommetto che ora la cena cinese non ti sarebbe dispiaciuta!-
La favola insegna che è sempre saggio tenere un paio di volantini dei take-away a portata di mano.
Francesco Castiglione per malacopia
Illustrazione di Loris Dogana
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