L’AQUILA E LO SCARAFAGGIO VEGANO

Malacopia_FiabeDalDiDietro_copUna lepre correva trafelata lungo un crinale, inseguita da un’aquila. Incrociato per caso uno scarafaggio, la povera lepre spaventata gli chiese di difenderla dall’Aquila. Lo scarafaggio la fissò, con l’aria di chi dice : – “Ma tu ti fai di antrace! -, e, nel mentre, l’aquila si avventò sulla lepre divorandola.

Tuttavia l’aquila non poteva immaginare che lo scarafaggio fosse un vegano convinto. Da quel momento in avanti, lo schifido animaletto iniziò a seguirla ovunque. Per vendicare la lepre e per farle pagare la sua malefatta, lo scarafaggio la spiava, appuntandosi le sue abitudini e gli orari in cui usciva dal suo rifugio. Ogni volta che l’aquila si allontanava, lo scarafaggio si introduceva nel nido e faceva rotolare fuori le sue uova, spiaccicandole al suolo. O, peggio ancora, lasciava al rapace una bistecca di seitan come monito.

L’aquila, esasperata, in verità, più per la bistecca di seitan che per la rottura delle uova, si rivolse a Zeus, supplicandolo di disporre una misura cautelativa contro l’orrido insetto. Il padre degli dei, impietosito, impose allora un’ordinanza restrittiva nei confronti dello scarafaggio e prese le uova dell’aquila sotto la sua tutela. Il seitan lo diede all’Ikea per farci un bel trono in truciolato.

Il furbo scarafaggio, sapendo della miopia del padre degli dei, decise di approfittarne e, in un eccesso di simpatia, mise una pallina di sterco sulle ginocchia dell’olimpico Divo. Zeus, colto da schifo, si alzò di scatto in piedi, rovesciando per terra la pallina e le uova dell’aquila.

La favola insegna che il rispetto per le opinioni altrui a volte è superfluo e che un paio di colpi di ciabatta fanno bene a tutti. Soprattutto per liberarsi degli scarafaggi molesti. E che il seitan sa di segatura. 

Francesco Castiglione per malacopia

Illustrazione di Loris Dogana.