L’amour est un oiseau rebelle…
Era una notte buia e tempestosa… Chissà perché quando si partorisce un’idea o un capolavoro debba essere quasi sempre notte, e per di più buia e tempestosa!
Ad ogni modo, Georges si era alzato per bere ancora dell’acqua: il gâteau aux pommes de terre preparato da Geneviève quella sera a cena si era rivelato oltremodo salato e adesso si recava in cucina per la terza volta!
“Santa donna, ma non lo sa che soffro di angina! E che vuole fare? Ammazzarmi?!?”.
Prima di tornare a letto, Georges notò il pianoforte con la tastiera aperta e si recò nel salotto per chiuderla, e fu così che gli cadde l’occhio su quell’appunto preso un mese prima, dopo che il direttore artistico del Théâtre national de l’Opéra-Comique gli aveva chiesto di scrivere un’opera basata sul romanzo di Mérimée: Carmen.
Il soggetto lo intrigava alquanto e la sua fantasia musicale già lavorava intrecciando melodie e armonie di sapore esotico, spagnolo… Ma la fantasia andava di pari passo con la preoccupazione che un argomento così, a dir poco, scandaloso e immorale, potesse urtare gli animi così, a dir poco, borghesi e perbenisti del pubblico parigino.
Il pianto del piccolo Jacques lo riportò indietro dalle sue considerazioni, e sapendo che Geneviève non si sarebbe alzata dopo l’attacco nervoso che aveva avuto, si recò nella stanza di suo figlio per consolarlo, canticchiando l’Habanera.
Dopo quella notte, in casa Bizet il tempo trascorse tra fogli pentagrammati e note, tra una seguidille e una Chanson Bohème, nonostante un violento attacco di angina avesse costretto Georges sulla sedia a rotelle. Tuttavia, la mente lavorava a pieno ritmo e la partitura dell’opera venne completata.
Un grande problema costituì trovare una cantante disposta a interpretare Carmen, impresa non facile dato che nessuna voleva calarsi nelle vesti di un personaggio tanto licenzioso. Finalmente il mezzosoprano Galli Marié accettò il ruolo e le prove poterono iniziare, anche se non furono una passeggiata: “Mon Dieu, chi me l’ha fatto fare di scrivere cette composition!” pensava Georges. Eppure, ogni fibra del suo essere, finanche il suo debole cuore, era consapevole della genialità dell’opera.
Il 3 marzo 1875 andò in scena la prima della Carmen, sotto gli occhi e le orecchie dei parigini, ma non fu il successo sperato. L’opera fu criticata sia per l’orchestrazione sia per il libretto, il personaggio di Carmen beffava e turbava le coscienze borghesi del pubblico che accolse nel silenzio quasi tutta l’opera. Bizet ne fu molto deluso e amareggiato.
La sera della trentesima recita, il 3 giugno 1875, Georges era a letto, poiché il giorno prima aveva avuto una terribile crisi cardiaca. “Forse non avrei dovuto fare quel bagno nel fiume ieri…” pensava, mentre andava a prendere un bicchiere d’acqua: “Geneviève, mon amour, ti dovrò mettere sotto chiave il sale!”
Quella notte morì, a soli trentasette anni. Due giorni dopo quattromila persone parteciparono ai funerali di Georges Bizet, e quattro mesi dopo a Vienna, la Carmen fu applaudita milleventisette volte.
C’est la vie, c’est la musique!
Ida Matarese per malacopia
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