Édouard Manet e i giochi di ”sguardi” della sua arte

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Malacopia_MeseTematico_Sguardo_Les-Demoiselles-d’Avignon-PicassoDa sei anni ormai la mia materia di studio è quella dei diversi canali comunicativi artistici degli ultimi 100 anni. Molte delle opere d’arte che hanno suscitato la mia attenzione erano incentrate su un gioco di sguardi tra lo spettatore e l’opera.

Per fare due esempi, molto diversi fra loro, di quello di cui sto parlando posso citare Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso, opera datata 1907, in cui la figura femminile centrale sembra cercare un contatto visivo con lo spettatore; e l’opera Artist is present del 2015, della performer Marina Abramovic, in cui l’azione era composta dal confronto visivo della durata di un minuto tra lo spettatore e l’artista stessa.

© 2010 Scott Rudd www.scottruddphotography.com scott.rudd@gmail.com

© 2010 Scott Rudd

L’opera su cui intendo concentrarmi è una delle pietre miliari di quel filone della storia dell’arte che accademicamente è definito contemporaneo: Il bar delle Folies-Bergère di Édouard Manet. Il dipinto è datato 1882 e raffigura un soggetto urbano moderno. Infatti, i locali notturni come le Folies-Bergère o il Moulin Rouge erano un fenomeno nuovo che si stava sviluppando nella Parigi del tempo.

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Non appena lo sguardo si posa sul quadro, si incrocia immediatamente lo sguardo di Suzon, personaggio reale che Manet rappresenta in diverse sue opere. Dietro di lei, un grande specchio attraverso il quale l’autore mostra allo spettatore l’interno della sala.

In un primo momento si ha la sensazione di essere di fronte ad una donna e di vestire i panni di un cliente del locale che ordina da bere. A ben vedere, tuttavia, nella parte destra dello specchio si scorge il riflesso della donna che serve un uomo della Parigi del tempo. L’immagine della schiena della ragazza a destra è in una posizione sbagliata per essere il riflesso di quella in primo piano. Le bottiglie che ha dietro sé sono le stesse che si trovano davanti solo se ci stessimo avvicinando da sinistra e la nostra visuale fosse in diagonale. Tuttavia, anche in questo modo il nostro punto di vista rimane ambiguo, dato che la barista sta guardando dritto davanti a sé, nella direzione dello spettatore.

A ben vedere, dunque, ci si rende conto che Suzon non sta guardando il cliente (come sembra suggerire l’immagine riflessa). La donna non guarda niente; parrebbe distratta, colta in un attimo di fantasticheria, isolata nei suoi pensieri.

Malacopia_MeseTematico_Sguardo_Édouard_Manet-cropL’intento di Manet in questa sua ultima importante opera è forse quello di giocare con una scena che sembra logica ma che in realtà non lo è. L’artista esplora e restituisce in maniera brillante ai nostri sguardi il concetto che l’aspetto esteriore può essere ingannevole, ponendo così la questione se noi siamo in grado di vedere le cose per come ci appaiono o per quello che sono in realtà.

Il risultato finale è quello di restituirci uno sguardo che rappresenta, a mio avviso, una delle immagini più belle della storia dell’arte.

Valerio Vitale per malacopia