Nel tentativo di tenerci lontane dalla plebe marittima, ci siamo imbattute nella seguente lettura che, dato la nostra magnanimità, vogliamo condividere con voi: leggete qui!. Ora, permetteteci qualche tenera riflessione a riguardo. Succede, SPESSO, che dopo un certo periodo di fidanzamento, una coppia decida di sposarsi. Le ragioni sono le più disparate, e disperate: noia, volontà di dare un senso alla propria vita data la manifesta incapacità di riuscirci da soli, il tic tac dell’orologio biologico che ha iniziato a correre manco fosse un Rolex, il non sentirsi da meno nei confronti dei tuoi millemila amici che ti invitano al loro di matrimonio, la solitudine dell’anulare spoglio, il voler finalmente mettere in pratica tutti i consigli di Enzo Miccio, che tu ascolti manco fosse l’oracolo di Delfi. Raramente trattasi di amore. Ancora più raramente trattasi di scelta ponderata nei più profondi e biechi risvolti. Succede, A VOLTE, che dopo un certo periodo di roseo matrimonio, i calzini lasciati senza una logica sul pavimento diventino, se non un vero e proprio movente per un tentato omicidio, quantomeno un validissimo pretesto di tortura psicologica nei confronti del partner. A quel punto, una luce in fondo al tunnel: “separiamoci“. Da lì in poi, sarà tutto un togliere le mutande al proprio ex partner, ma ci penseranno gli avvocati e non sarà così piacevole come ricordavate. Succede, OGNI TANTO, che la posta in gioco aumenti, e che ci sia un terzo incomodo. È pur vero che ci sono molti modi di tradire, e uno di questi è sicuramente il lasciarsi andare dopo il fatidico “Sì, lo voglio”. Tu, maschio super-alfa, avevi sposato una leonessa sinuosa e ti ritrovi un’elefantessa gravida che gira per casa in pigiama antistupro e capelli arruffati- e no, non l’hai scompigliata tu. Mentre tu, femmina da competizione, avevi sposato un manzo capace di obbligare con un solo sguardo i tuoi ormoni non solo a svestirti, ma a fare tutto il cambio degli armadi e invece ti ritrovi un vitellino, da latte per giunta. E dire che sei pure vegetariana. Se fin qui, tuttavia, le responsabilità potevano essere condivise, da questo punto in poi emerge la reale differenza tra un uomo e una donna: mentre la seconda sarà accorta nelle opere e financo nelle intenzioni, il primo tenterà di giustificare le proprie miserie relazionali con un’amante procace e ventenne, la quale, peraltro, abbandonerà il campo non appena si renderà conto di quanto sia cospicuo l’assegno di mantenimento che il fortunatissimo deve alla moglie. Fortunatissimo che, nel frattempo, avrà fatto un deciso passo avanti nella scala involutiva e da vitellino sarà passato a pecorella. A novanta, giusto per capirci. Succede, se quanto esposto sopra non dovesse bastare, sebbene, disgraziatamente, capiti UNA SOLA VOLTA NELLA STORIA DELL’UMANITÀ, che la suocera dell’ormai ovino decerebrato ma belante sia l’avvocato matrimonialista più famoso d’Italia e che, tramite artificio retorico, pubblichi una lettera sulla stampa nazionale in cui non solo ti toglie in piazza le mutande di cui sopra, ma le esponga anche al pubblico ludibrio- così, giusto per rimarcare chi abbia davvero le palle tra di voi. Per essere precisi: “Non hai né fegato né cuore, mio caro genero, o degenero per meglio dire. La tua forza, anche sessuale, dura per il tempo di uno spot. Sei un uomo a breve termine di conservazione. Scaduto.” Insomma, miei prodi, prima di spezzare il cuore a una donna, pensateci bene, con un impegno almeno pari a quello che impiegate per la formazione del Fantacalcio; poiché, se è vero che la lettera in questione è stata scritta da Annamaria Bernardini De Pace, e che di suocera come lei ne esista una e una sola, è pur sempre vero che la stessa è velatamente indirizzata a Raoul Bova e che, se ne esce malconcio lui, non oso immaginare la miseranda figura che possiate fare voi, che, diciamoci la verità, non potreste essere la sua controfigura neanche in un’inquadratura in cui si vedano solo i polsi. Perché vedete, potete anche strapparci via il cuore, ma siamo così abituate ad avere a che fare con dei coglioni che, in quanto a palle, ne abbiamo da vendere. Ecco. La regina Martina Del Castello per malacopia P.s..: ancora una citazione dall’articolo: una donna “non può accontentarsi di un uomo che nasconde il nulla sotto uno spesso strato di vigliaccheria“. Annamaria, sposami tu. Ti porto in dote un Regno.
Il boudoir della Regina#19
[LA REGINA RIPORTA]
Scrivi un commento