Una dei concerti più belli che non abbia mai visto è quello dei One Direction a Torino, che si tiene oggi il 6 luglio 2014 allo Stadio Olimpico, sotto una freschissima pioggia estiva dai goccioloni grossi come chicchi d’uva. I simpaticissimi ragazzetti tutto pepe, arrivati da un nulla anglo-irlandese – dopo aver sfilato nella vetrina di X-Factor – si esibiscono per un’orda di ragazzine tanto innamorate quanto combattive. Tra striscioni, dichiarazioni d’amore, ombrelli rinforzati, cori calorosi, i cinque fenomeni sbarbatelli, ognuno con un patrimonio di circa 15 milioni di sterline, fanno ye ye ye, you you you, love love love e altre amenità pop del genere.
Questo è quanto. O almeno credo, perché, per fortuna, in questa memorabile data la mia vita ha preso pieghe molto diverse.
Sono stato tutto il giorno con Lisa, la mia migliore amica di sempre (ci conosciamo da venti anni e siamo anche stati fidanzatini). Lei vive a Torino già da un bel po’ di annetti e dopo varie peripezie nel campo del teatro danza – i cui artisti non hanno un patrimonio di 15 milioni di sterline – è approdata dall’altra parte dello stesso campo. Cioè: organizza spettacoli di danza contemporanea per un importante, quanto molto poco finanziato, festival che si tiene ogni anno a Torino. È un lavoraccio, perché l’arte in Italia è vista come un passatempo, quindi perché finanziare gli artisti che in fondo non fanno altro che zompettare e fare cose strane? Fenomeno che poi ricade nelle tasche di quelli che, come Lisa, si fanno il mazzetto per permettere a quegli stessi artisti di esprimersi. Nel senso: percepisce uno stipendio (chiamiamolo così) che neanche i Puffi in tempo di guerra. Volete che vi dica anche quanto è divertente per un organizzatore che dispone solo di pochi baiocchi far capire ad un artista che non può procurargli un tappeto di more gialle luminoso sul quale piroettano coccodrilli nani con spine di baobab al posto dei denti?
Ma la Lisa non demorde. Anzi, il giorno del concerto dei One Direction mi ha anche portato al rifugio per cani, dove tra gli altri cucciolini vive Gemma (che però forse sarà Thelma), canuzza tutta simpatia che a settembre diventerà ufficialmente cane domestico, con cuccia, pappa, pettorina e taaaanto amore. Il rifugio è un posto allietato da un sottofondo continuo di bau bau e gestito da volontari che regalano ai cani abbandonati e/o randagi un po’ del loro tempo, per non far loro percepire la vita come un lungo, buio, insensato stato di solitudine.
Poi ci siamo spaparanzati sul divanone con il suo coinquilino Massimiliano e la piccola A. (questione di privacy!) a guardarci xxxxxxxx (questione di streaming!… mica voglio i finanzieri alle calcagna!) e adesso (adesso adesso mentre scrivo) abbiamo deciso di mangiarci delle cose sane, visto che non abbiamo fatto altro che ingozzarci di torta al cioccolato.
E intanto i One Direction stanno facendo ye ye ye e love love love davanti all’orda scalmanata di vergini guerrafondaie. E piove ancora. E tuona, anche. Sono davvero dispiaciuto di non essere lì con loro. Farmi venire la broncopolmonite al cospetto di cinque formaggini è troppo anche per uno che in tempi non sospetti si era innamorato di Freddy Mercury, che però intanto era già morto (provate a battermi directioners!).
A sera tarda. Lì, 6 luglio 2014
Andrea Meli per malacopia
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