“Non esistono più le mezze stagioni”, “quest’anno la primavera non arriva più”, “ai miei tempi in aprile le temperature erano più miti”, “mai visto un inverno più lungo e piovoso di questo”… Le anziane del paese ripetevano queste frasi quasi all’infinito, con una cantilena che aveva la cadenza di una litania religiosa, mentre gli uomini, non potendo attendere le mansioni agricole, trascorrevano il pomeriggio giocando interminabili partite a carte. Armando, con il naso contro la finestra del club del paese, ascoltava e con le dita cercava di rimuovere dal vetro la condensa generata dal calore della stufa a legna. Tutto per poter vedere all’esterno. Il panorama era sempre quello: i campi da bocce, i campi da calcetto e la vallata con tutti i suoi paesini che, nelle giornate di pioggia, apparivano come acquerelli di un pittore non troppo attento ai dettagli.
Le giornate passavano, la litania continuava a fare da sottofondo alle partite a tresette e a scopa. Armando continuava a guardare all’esterno auspicando la clemenza del tempo per poter riprendere possesso delle stradine del paese da percorrere o di corsa o con la bicicletta. L’arrivo di altri bambini, desiderosi come lui di sfogare l’energia tipica dell’età, lo coinvolgeva in improbabili partite a calcio giocate praticamente nel fango, così poco pulito ma così divertente. In quelle occasioni, le litanie si trasformavano in strilli acutissimi che costringevano i bambini a precipitose fughe verso casa.
Quel martedì, uscendo da scuola, Armando decise di fare una passeggiata lungo la carrozzabile del paesino alla ricerca delle prime lucertole, dei grilli, di tutti quei segnali che potessero finalmente confermare o almeno preannunciare l’arrivo imminente della bella stagione.
Dietro la seconda curva, da un muro a secco, vide sporgere in direzione del suo volto e proprio all’altezza dei suoi occhi un papavero rosso fuoco. Il suo cuore ebbe un sussulto: ecco il segnale che cercava! A breve sarebbe finita la scuola, sarebbero tornati i compagni di avventure estive, non avrebbe più dovuto ascoltare la litania sul tempo… Era felice, il papavero gli aveva annunciato l’inizio della stagione della spensieratezza e delle giornate infinite… E pensare che bastava un papavero.
Loredana Bianchi
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