L’impresario delle Smirne di Carlo Goldoni, adattamento e regia di Roberto Valerio all’Elfo Puccini di Milano.
Un tempo Smirne, oggi malfamata cittadina portuale della Turchia centrale, rappresentava una mecca irragiungibile, patria di nababbi ricchissimi e facoltosi, un oriente fantastico e proverbiale che per noi occidentali era appunto un luogo della memoria da immaginare ed emulare e come tale rimaneva un regno fantasioso e fantastico.
L’idea di riproporre il testo del 1759 di Carlo Goldoni oggi si rivela una beffa ancora più crudele e amara se questa poi viene fatta ai danni di una sgangherata quanto improbabile compagnia di comici all’italiana.
L’Impresario delle Smirne viene riproposto alle scene dall’Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con la Valzer s.r.l. nella bella cornice, anche se in quel contesto la cupa scena di Giorgio Gori risulta un pò compressa, della Sala Fassbinder del Teatro Elfo Puccini di Milano, con la fredda e cinica regia di Roberto Valerio.
Il testo è incentrato sulle necessità di una sfortunata categoria, da sempre bistrattata, offesa e vilipesa, quella degli attori di teatro, costantemente alla forsennata ricerca di una scrittura, per potersi doppiamente rifocillare: per soddisfare la notoria fame atavica degli artisti di teatro e la fame della fama. La trattativa sulla paga risulta esilarante!
Carlo Goldoni tratteggia con pennellate precise e inconfondibili i suoi compagni di scena e la sua critica è ferale ed atroce: bene fa il regista ponendosi il problema della messinscena a farci rivivere gli anni del dopoguerra fatti di luci del varietà, di polvere di stelle ormai in disuso, di canzonette accennate e velocemente superate, dove ormai tutto è solo un fulgido ricordo.
Roberto Valerio, anche bravissimo interprete del Conte Lasca – ricurvo ed appoggiato ad un bastoncino, capelli impomatati, untuoso al punto giusto, gesti lenti e rarefatti – è un perfetto demiurgo, un burattinaio cinico e cattivo che manovra i fili di questa metafora di una società alla deriva. Con un piede nella tradizione della pièce, con quella sua livrea nero pece, ed un piede nel nostro recente passato, porta a segno uno spettacolo davvero ben riuscito e ben recitato.
In una scena sbilenca ed irregolare che si sviluppa su più piani, le quinte in gran parte ricoperte di manifesti cinematografici sbiaditi dal tempo, l’arredamento scarno, costituito da oggetti di modernariato, nell’ora e mezza di durata dello spettacolo le azioni si intersecano, si accavallano, si succedono senza esitazioni, anzi, in un bel ritmo incalzante e sostenuto. Assistiamo pertanto a quel presunto splendore, a quella miseria e quella nobiltà neanche tanto lontana – e quella distribuzione degli spaghetti serviti su di un grosso vassoio ricorda una scena finale di scarpettiana memoria – di questi personaggi leggendari.
Molti i riferimenti all’immaginario felliniano: all’apparire di Federica Bern, delicata quanto ostinata interprete di Annina, per un attimo viene evocato anche il fantasma Gelsomina, ricordo indelebile de La strada di cui fu interprete una straordinaria Giulietta Masina, e la musica struggente del finale di Nino Rota lo conferma.
Bravissimi tutti, ben capitanati da Roberto Valerio: Antonino Iuorio come impagabile Carluccio, il suo numero è commovente; Valentina Sperlì, che con pose alla Valentina Cortese regala alla sua Tognina una cattiveria ed un ignavia inconfondibili; Nicola Rignanese, che reinventa il personaggio di Alì con uno slang tutto personale, esilarante e che ricorda ancora una volta atmosfere felliniane con il suo Sceicco bianco. Ma anche tutti gli altri caratteri sono ben espressi: bravi Massimo Grigò, il signor Maccario, Chiara Degani, Lucrezia, ed infine Alessandro Federico, che interpreta il seduttivo Pasqualino. Uno spettacolo nello spettacolo è Peter Weyel.
Ma quel prologo sulle note di un diapason che evocava un suicidio collettivo non lascia ben sperare.
Mario Di Calo
…for malacopia
L’IMPRESARIO DELLE SMIRNE di Carlo Goldoni
Adattamento e regia di Roberto Valerio
e con Massimo Grigò, Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel
Produzione Associazione Teatrale Pistoiese/Valzer srl
Teatro Elfo Puccini – Sala Fassbinder, 12 – 24 novembre 2013 poi in tournée
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