Intervista per Malacopia a Nicola Conversa dei Nirkiop, uno dei progetti più interessanti e di successo del web nostrano!
Marco: Voi venite da Youtube e siete approdati al cinema. Come ha reagito “il vostro pubblico”?
Nicola: Perplessità. Forse più nostra che loro. Abbiamo abituato il nostro pubblico a virali di 3-4 minuti al massimo, con sketch veloci ed irriverenti. Il film, ha ben poco della struttura “Youtube”. È un lungometraggio con una sceneggiatura solida. Avevamo il terrore che la gente si aspettasse altro. E così è successo, sono entrati credendo di trovare un video più lungo dei nirkiop, invece hanno trovato un film, con i nirkiop dentro. La missione era raccontare una storia, far pensare ma rimanere Nirkiop anche fuori da Youtube. Quasi una missione utopistica, che sorprendentemente siamo riusciti a compiere.
M.: A proposito com’è “il vostro pubblico” ?
N.: Va dai 13 ai 24 anni. O meglio andava, in sala abbiamo visto tanti genitori incuriositi e tanti nostri coetanei. Meravigliosi. Ci hanno lasciato tanto. Per 4 anni sono stati commenti anonimi su una pagina di youtube, a sfondo bianco. Al cinema, invece, li potevi toccare, potevi scambiare opinioni con loro. Ci hanno dato la carica per andare avanti.
M.: Ma voi, che siete nativi digitali, non trovate che il cinema sia poco interattivo? E la televisione?
N.: Uhm, ci sentiamo di scindere le due domande. Il cinema, è magico. È un’esperienza di vita. Un qualcosa di intimo tra te, il buio, la poltrona e quello che stai guardando. Una sorta di storia d’amore di 90 min. Vai via dalla sala il più delle volte commentando il film, come se uscisse anche lui dallo schermo. L’interattività nasce proprio qui, dalla sua bellezza, dalla sua storia che riesce addirittura ad “arrivare a casa con te”.
La televisione, oltre ad essere praticamente NON interattiva, ormai sta diventando uno strumento acceso per tener compagnia, capita a volte di non guardarlo neanche ma solo ascoltarlo, distrattamente, mentre si è intenti a far altro. Sembra stia diventando una radio.
M.: Esageriamo… Cosa ne pensate del teatro?
N.: È una realtà che non abbiamo MAI vissuto pienamente e pertanto è difficile esprimere giudizi veri. Taranto non è una città che vive di teatro, né lo valorizza. Rischiamo di fare la figura degli ignoranti, ma qui a Taranto, andare a teatro è realmente raro.
Abbiamo un grosso patrimonio, ovvero le commedie in vernacolo ed in dialetto, ma piano piano stanno scomparendo anche loro. Non abbiamo mai avuto l’onore ed il piacere di assaporare quest’arte. Ma mai dire mai.
M.: Fare l’attore o lo scrittore? Esibirsi o nascondersi dietro la propria opera? Il personaggio del tuo film è impacciato e sogna di scrivere favole. Tu, davvero, cosa sogni? Quale delle due anime, che evidentemente in te convivono, ha il sopravvento?
N.: Meravigliosa domanda. Ho deciso di risponderti in questa maniera. Amo scrivere, e farlo è l’unica cosa al mondo che mi fa sentire vivo. Ma amo anche recitare, mi diverte essere qualcun altro. Mi accorgo invece che nel film ho dovuto praticamente interpretare me stesso. Quindi la risposta a tutto è…. Voglio fare l’attore per cose che scrivo. Vorrei essere lo sceneggiatore di me stesso. Voglio provarmi, voglio vedere che limiti riesco a raggiungere, e magari superare. Almeno in questa prima parte della mia vita, col tempo poi… Vorrei nascondermi dietro la mia opera. Voglio mangiare questa opportunità che ho ricevuto, non lasciare neanche una briciola. La mia anima vuole imparare tutto, non porsi obbiettivi, quelli verranno… Piano piano.
M.: Quest’esperienza cinematografica ti avrà dato modo di confrontarti, in varie forme, con diverse generazioni di professionisti, di operatori e di spettatori. Che immagine ne hai ricavato della tua generazione e quale degli adulti? (Sii pure crudele e spietato!!! Vogliamo un bel bestiario!).
N.: La mia generazione è divisa in due parti: una che vuole emergere e si rompe il culo per farlo, l’altra punta il dito sulle istituzioni, sulle esperienze negative e si arena, come se non fosse colpa sua.
Con questo film ho assaggiato varie personalità, dal professionista che si sente arrivato, al professionista umile che ha ancora il coraggio di mettersi in gioco. Ho assaggiato ed imparato tanto. Ho notato come un ragazzo abbia la passione e la voglia di fare… così trascinante da mettere in moto tutto, come ho visto persone adulte, stanche di aver già provato queste sensazioni, tirare il freno a mano. Ho visto ragazzi che hanno perso il mordente senza neanche cercarlo, ed invece adulti con uno spirito giovane che non ne hanno mai abbastanza di imparare. Ho visto mischiarsi adulti con ragazzi. Ho visto degli “adulescenti”.
Ho un ricordo meraviglioso. Quello della post produzione audio e video. Ho avuto l’onore di lavorare con dei professionisti, che hanno preso il mio film, il mio piccolo figlioletto e gli hanno donato un corpo. Professionisti che potevano porsi ad un piano superiore, trattarmi con sufficienza… Ed invece hanno voluto tenermi per mano. E lo hanno fatto trattandomi come un allievo, insegnandomi anche tantissime cose in pochissime ore. Ho avuto l’onore di sentirmi apprezzato da chi ne capisce, e per me vale tanto.
M.: E dicci… Progetti per il futuro?
N.: Ho appena finito di scrivere il 2° film, e ne sono fiero come non lo sono mai stato. Lo trovo maturo, e tanto, mi ha insegnato guardare il film al cinema con il nostro pubblico. Ho capito su cosa devo puntare e su cosa no. Siamo in pre-produzione, incrociate le dita per noi! Inoltre sono alla ricerca di una casa editrice per il libro che ho scritto, Cuore e culo sono collegati.
M.: Prima di salutarci… Un’idea per il presente?
N.: Prendermi cura di me, per inseguire il mio sogno, credo di essermi lasciato un pochino andare. Ho perso la sensazione delle piccole cose, da farmi una passeggiata a stare senza far niente con gli amici.
Grazie Nicola 🙂 Continueremo a seguirvi e… restiamo in contatto!
Nicola Conversa e Marco Melluso per malacopia
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