Alessandro Brusa, La raccolta del sale, ed. Perrone, Roma 2013, collana Poiesis, 8860043123, pg. 130.
“Difficile presentare un poeta con questo cognome, un cognome che “pesa” nella nostra recente letteratura: per farlo ci vuole quello che l’autore Alessandro Brusa utilizza per il proprio lavoro, umiltà e rispetto. Accade lo stesso per la raccolta del sale, quella che viene evocata nel titolo libro, mestiere duro, di fatica ed estrema attenzione. In fondo anche la poesia si basa su questo e il lavoro di Brusa ragiona principalmente su questa dinamica, sancire col proprio operato la possibilità di creare un lavoro solido, dimostrare, affrancarsi” (dalla prefazione di Matteo Fantuzzi).
Ho rinunciato alla parola
e mi sono chiuso in questa piccola sufficienza
fatta di spazi leggeri
e di dialoghi finiti con l’oro che non sono
ho smesso di sputare sassi
e mi sono annoiato di me stesso,
di un’altra solitudine lasciata al caso.
Alessandro Brusa è nato nel 1972 a Imola e dal 1976 vive a Bologna dove si è laureato, facendo del modo di dire “parla come mangi” la sua filosofia di vita diventando poeta, scrittore e gnatologo. Scritto tra Bologna ed Edimburgo, con l’aiuto di ingenti dosi di Valium e Tennant’s Lager, il romanzo Il cobra e la farfalla (Pendragon 2004 – Premio Incizine) segna il suo esordio letterario: e non è un romanzo autobiografico…Valium e Tennant’s a parte. Si deve aspettare il 2012 prima di rivederlo sulle scene a leggere in pubblico suoi lavori e solo nel 2013 i versi a cui ha lavorato nell’anno precedente trovano forma compiuta in una silloge che vince il Premio Orlando. Suoi lavori sono comparsi su riviste come Sagarana ed Illustrati e su antologie di poesia (QuDu Libri 2013, Perrone2013). Collabora ed ha collaborato con siti di informazione e cultura come lamanicatagliata.net, malacopia.it e just-jumanity.blogspot.com. Dal marzo del 2013 fa parte del Gruppo 77 e per questo lo potrete trovare quasi tutti i martedì in via Santo Stefano, da Vino al Vino, con gli altri membri del gruppo con i quali condivide l’amore per la poesia e fiumi di Pignoletto.
malacopia
Scrivi un commento