Le arance posate sul vassoio barocco del tavolo della cucina cominciarono a tremare, a sobbalzare… Come se lì sotto vi fosse un abile giocoliere di strada, un circense capitato per contrasto in quella lussuosa casa… Dove niente di vivo esisteva.
E mentre il mogano del tavolo cominciava scricchiolare, ecco aprirsi un crepa. Prima un cappello, poi una fronte bianca orlata da una chioma riccia e variopinta. Infine, la spaventosa faccia di un clown sogghignante apparve nella stanza facendosi roteare le arance vorticosamente sulla testa.
Una risata isterica sputata fuori da quella bocca gigantesca rimbombò per tutta la casa…. Tutto cominciò a tremare… Le mura affrescate, i candelabri, i mobili, le boiseries… I marmi, i camini…. Tutto quanto! La legna del camino iniziò ad emanare un fetore nauseabondo di cacca di cane, che ben presto andò ad impregnare le sontuose stoffe.
Fu poi un forte nitrito… All’unisono, centinaia di cavalli indemoniati sobbalzarono fuori dai quadri e dall’oggetteria equestre della casa. Erano cavalli infuriati con le narici fumanti e gli occhi di satana, gli zoccoli nervosi schioccavano sul cotto del pavimento… Agitati… Aspettando il segnale del nuovo padrone…
Fu poi la volta di un’infinità di uccelli sbattutti di forza fuori dal disegno della scala… Contro tutte le pareti ad imbrattarle di sangue: il loro cinguettio era un baccano indiavolato.
Tutta quella vita vomitata fuori in una sola volta era vita malata, malsana e repressa, nevrotica, piena d’odio e di rancore… Uno spasmodico rivoltamento interiore della casa!
Un fortissimo fischio e tutto si quietò: i cavalli erano in fila, solo qualche nitrito sparso tradiva l’impaziente energia degli insorti… Gli uccelli erano appoggiati sui fronzoli dei quattro lati del salone e il loro cinguettio si placò solo quando il clown si diresse verso il centro della stanza.
Fu allora silenzio.
E il clown allora disse: “Uno, due, tre… VIA!”
Emanuele Bozzini
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