La scuola ventidue anni dopo, con Silvio Orlando e Marina Massironi, regia di Daniele Lucchetti, in scena al Teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Giugno 1991, in una anonima scuola della periferia di romana si discute. Il consiglio di classe, in presenza del preside, è riunito per gli scrutini di fine stagione, per discutere delle eventuali promozioni e/o bocciature della IV D al termine dell’anno scolastico. Un piccolo grande microcosmo fatto di desideri e speranze frustrate da un’esistenza troppo grigia, quella vita allo stesso modo intensa e travagliata che vive l’insegnate di scuola superiore.
Sottobanco, testo teatrale nato dal successo del romanzo di Domenico Starnone Ex-cattedra del 1992 edito da Feltrinelli, fu un primo episodio di tematiche legate al mondo della scuola che aprì tutto un filone cine/teatral/televisivo ancora molto proficuo. Poi diventato La scuola, film del 1995 con la regia dello stesso Lucchetti.
Lo spettacolo teatrale ebbe un successo strepitoso tanto che a distanza di ventidue anni e per volere dei coraggiosi Silvio Orlando e Maria Laura Rondanini viene riproposto grazie alla Cardellino, compagnia indipendente, in una nuova ed aggiornata versione e producendolo con non pochi sforzi economici ma premiati dalla funzionalità e ingegnosità dell’operazione rivelatasi vincente a pieno titolo, visto il successo della serata, un meccanismo ad orologeria perfetto.
Il testo, ribattezzato per l’occasione La scuola, non mostra assolutamente crepe nonostante gli anni. Al contrario, è di una modernità sconvolgente. Purtroppo, la situazione della scuola italiana è notevolmente peggiorata in questi ultimi anni e le problematiche proposte da Starnone appaiono addirittura profetiche di una situazione catastrofica in perenne discesa verso un baratro probabilmente irrecuperabile. Una per tutte, si veda la discussione sull’abolizione dell’insegnamento della materia ‘Storia dell’arte’ di questi giorni…
Ambientato in una palestra un po’ ‘terremotata’, sui vari toni del grigio, con delle impalcature a ridosso del muro, quasi a sorreggere l’apparato fatiscente dell’intera struttura scolastica. Tubi innocenti a vista corrono lungo tutto il perimetro del palcoscenico e servono, all’occorrenza, anche come praticabili sui quali gli attori andranno a rifugiarsi in alcuni momenti di bella rarefazione e dal gusto assolutamente poetico. Ma c’è tutto quanto di attrezzeria ginnica possa occorrere ai malcapitati insegnanti per poter trovare un angolo dove potersi sfogare e dar adito alle loro insoddisfazioni. La bella scena è di Giancarlo Basili. La regia minimale di Daniele Lucchetti tende a valorizzare e esaltare il talento di ognuno degli straordinari interpreti nelle loro diversità e asperità eppure crea un amalgama ed una complicità fra di loro di una grazia estrema.
Da Padre Mattozzi, interpretato qui come allora dal bravissimo Vittorio Ciorcalo; al Professore di francese, Salvo Mortillaro ossessionato, da un popolo di beduini costituito da studenti e genitori che andrebbero destinati più alla coltura dei campi piuttosto che all’istruzione, designato dall’intenso e ossessivo e giustamente infervorato Roberto Nobile; dal Professore di impiantistica Cirrotta, detto anche Termosifone ,che vorrebbe leccare le ascelle o succhiare le dita dei piedini a tutte le donnine della scuola compresa la Professoressa di Ragioneria Baccalauro e che con una lauta mancia ai bidelli si assenta per svolgere, neanche troppo incautamente, una seconda attività, quella di installatore di caldaie termoautonome, untuoso e strafottente nella giusta misura reso da Antonio Petrocelli; al crepuscolare Roberto Citran, che regala al suo Signor Preside un lunaticità a tratti surreale, che in luogo di “castroneria” usa la parola “poesia”, o che fraintende in minaccia l’allocuzione obtorto collo; alla puntigliosa e precisa Professoressa di storia dell’Arte Alinovi, figura impeccabile e assolutamente funzionale se non necessaria allo sviluppo drammaturgico della storia, ben reso dalla sensibile e divertita Maria Laura Rondanini. Ed infine i due protagonisti: la Professoressa Baccalauro e il Professor Cozzolino, galeotto fu il viaggio di istruzione a Verona, occasione unica per colmare le proprie carenze affettive, per poi essere vittime di missive anonime che denunciano l’innocente accaduto.
Qui i due protagonisti Silvio Orlando e Marina Massironi fanno a gara in bravura a togliere, ad eliminare ogni compiacenza interpretativa ad essere naturalmente veri e ad elevare a pura catalogazione un gioco di sguardi, di silenzi e di intenzioni che arrivano direttamente al cuore. Ed è un momento di puro teatro quando entrambi cercano di raccontare nella loro visione delle cose il mitico Cardini, uno studente che, seppur ripetente e prepotente, conserva uno spirito poetico assolutamente unico e inestinguibile: la sua imitazione della mosca non è il film omonimo di Cronenberg, non è Kafka, non è Ovidio eppure rimarrà nel ricordo di ognuno di loro e, quindi, di ognuno di noi.
Mario Di Calo per malacopia
Cardellino s.r.l. presenta
La scuola di Domenico Starnone con Silvio Orlando, Marina Massironi, Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini
regia: Daniele Lucchetti; scene di Giancalo Basili
al Teatro Ambra Jovinelli di Roma fino a domenica 13 aprile; in tournée la prossima stagione.
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