Malacopia_racconti_di_primavera“Gli uomini cercano solo la propria felicità” era solita dichiarare con un sospiro la signora Lalla, socchiudendo gli occhi e smarrendosi forse in lontani ricordi.

Nessuno riusciva a capire se si riferisse agli uomini per i quali lei aveva incarnato la felicità, senza tuttavia condividerla, giungendo così sola ad una maturità inoltrata, o genericamente al genere umano, rivendicando anche per sé il diritto di cercarla incurante del giudizio altrui.

La signora Lalla era circondata da un impalpabile alone di mistero nel quale sembrava avvolgersi come in un soffice e profumato scialle, con civetteria e un pizzico di ironia.

Era approdata in quella cittadina di provincia alla soglia dei cinquant’anni, peraltro splendidamente portati, e aveva subito suscitato la curiosità degli abitanti, scrollandoli dalla loro vita sonnolenta.

Gli uomini rimasero subito ammaliati dal suo aspetto procace ma non volgare e dal suo sensuale ancheggiare sui tacchi, che ticchettavano sull’acciottolato con un suono che risvegliava anche nei più anziani il desiderio di essere accolti su quel seno generoso e tra quei larghi fianchi.

Le donne ripresero a esercitare un’arte che da troppo tempo non avevano avuto modo di praticare in maniera così fantasiosa: il pettegolezzo.

In breve il donnesco passaparola rese noto che la signora aveva acquistato una “villa con parco”; si trattava in realtà solo di una casa con giardino, circondata da alte siepi che la nascondevano agli occhi indiscreti.

Mentre la signora Lalla cercava di riorganizzare la sua vita in paese, incominciarono a diffondersi voci incontrollate sulla sua precedente esistenza.

Si sussurrava che fosse stata l’amante di un uomo noto e facoltoso, che l’aveva congedata assicurandole una rendita cospicua.

Voci più maligne asserivano che di amanti ne avesse avuti ben più di uno, insomma che si trattasse di una prostituta d’alto bordo.

Altre ancora sostenevano che volesse continuare lì in paese la sua redditizia attività, con grande scandalo dei benpensanti.

La signora Lalla attraversò quel mare di chiacchiere e maldicenze con la maestosità e la regalità di un veliero. Con discrezione strinse amicizia con i notabili del posto, dopo di che fu più semplice far breccia nella diffidenza degli abitanti e nel giro di un anno riuscì ad integrarsi nella vita sociale della cittadina.

Faceva parte dei più svariati comitati, partecipava ad opere benefiche, contribuiva con denaro a collette per sostenere le più degne cause.

Quando fu abbastanza avanti negli anni da non suscitare più gelosia nelle donne del paese, cominciarono a rivolgersi a lei chiamandola “donna Lalla”, come a riconoscerle un titolo nobiliare.

Visse ancora a lungo, ma quando sentì alle spalle il fiato freddo della morte, senza dire nulla ad alcuno abbandonò il paese e andò a morire altrove, lasciando in dono al comune la sua “villa con parco” perché venisse adibita a casa d’accoglienza per persone in difficoltà.

Nessuno seppe mai chi veramente fosse la signora Lalla.

Beatrice Ballarini