Sono una cuoca discreta, ma di certo a giudicare dalle mie indiscutibili rotondità sono un’ottima forchetta.
Amo il cibo ben cucinato e ben condito. Con buona pace di vegetariani e vegani (che rispetto sul piano etico), ritengo che dal mondo vegetale mai si sia prodotta una delizia pari al culatello di Parma.
Non sono tuttavia una buongustaia nazionalista: girando il mondo ho sempre assaggiato di tutto, lasciando al mio palato la gioia di sublimi esperienze.
Ad una sola proposta, riportata su tutti i menu al di fuori dei nostri confini, ho sempre detto di no: gli spaghettis à la (sauce) bolognaise.
Questo piatto offerto nei ristoranti delle isole greche, in Francia o in Inghilterra e persino negli States mi è sempre parso l’emblema del mangiar male e, soprattutto, della falsificazione: ciò che all’estero pensano sia il mangiare italiano e che italiano non è. Gli spaghettis à la bolognaise stanno alle tagliatelle (non spaghetti!!!) alla bolognese come l’hamburger di Mc Donald sta alla fiorentina o come il fish and chips sta alla frittura di pesce. Insomma nulla hanno a che vedere con il sontuoso e ricco piatto di tagliatelle (non spaghetti, l’ho già detto!??!?) al ragù emiliano.
Tuttavia, a forza di spaghetti ammollati e ragù mortificato, a furia di dai-e-dai, si è ormai stabilizzata e codificata una vera e propria ricetta, che – bisogna ricordarlo – non corrisponde affatto agli standard di pasta e ragù di tradizione italiana.
Ma esiste e, visto che esiste, è giusto trasmetterla.
Ed ecco a voi: (rullo di tamburi) le spaghettis à la bolognaise pas à pas :
- soffriggere carne macinata di varia (e possibilmente dubbia) provenienza in proporzioni variabili (maiale, manzo, vitello etc…);
- aggiungere alla carne rosolata una identica quantità di passata di pomodoro e due-tre cucchiaioni di doppio concentrato di pomodoro (niente pelati, per carità!);
- fate cuocere la salsa per una mezzoretta, non di più;
- condite la salsa con qualsiasi erbetta abbiate nel contenitore delle spezie (probabilmente va bene anche la paritaria, non so);
- (non vomitate leggendo quanto segue, please) un tocco di un paio di gocce di tabasco e una spruzzata di worchester sauce;
- scolate la pasta ma un minuto o due oltre il tempo di cottura (per i veri gourmet si possono sforare anche i 5 minuti);
- distribuite la pasta rigorosamente scondita nei piatti;
- ammollategli sopra una bella mestolata di sauce bolognaise;
- per finire (R.I.P.), una bella spolverata di un qualsiasi formaggio locale (eviterei il parmigiano!).
Va da sé che suddetto piatto va gustato con forchetta e cucchiaio… Oh, mi raccomando il cucchiaio!
Bon appetit!
Rossana Conte per malacopia
Malacopia declina ogni e qualsiasi responsabilità derivante dall’esecuzione della su menzionata ricetta! A vostro rischio e pericolo! 🙂
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