Uscii con la testa fuori dall’acqua…
LInapoliNa scritto, diretto ed interpretato da Lina Sastri, in scena al Teatro Quirino di Roma fino al 30 marzo.
Lo spettacolo inizia e termina con le immagini proiettate sul fondale che delimita la scena di un mare assolato, calmo e luccicante, immagine indistinguibile di un sud universale, di una immensità che solo il sud del mondo sa regalare. Ma qui si va a fotografare una città unica e misteriosa che neanche chi ci è nato è capace di raccontare fino in fondo: Napoli e la sua musica. E come recita la canzonedi Carlo Faiello, ultima esecuzione della magica serata , “A vita è comme ò mare?” ‘…acqua salata che non serve a chi ha sempre sete’ .
Il mare rimane sempre, per tutte le città che bagna, di un grande fascino, fatto di attrazione e repulsione e per gli abitanti di quelle stesse città rappresenta un grande immenso e imponente mistero.
LInapoliNA, drammaturgia e brani poetici di Lina Sastri, che qui si rivela anche una straordinaria autrice – i brani che introducono ed intervallano le circa trenta canzoni che interpreta ed esegue con la passione di sempre – hanno una mano sicura, ferma ed estremamente lirica, compensano ed a volte arricchiscono addirittura il patrimonio musicale che costituisce il corpus unico di questo bellissimo e singolare spettacolo. Il sottotitolo recita: le stanze del cuore e Lina Sastri per davvero conduce per mano uno per uno lo spettatore come se si fosse in visita di quel palazzo molto antico, risalente alla dominazione spagnola di Napoli, appartenuto al grande di Spagna, Rodriguez Lòs Deriòs, dove il Pasquale Lojacono di Questi Fantasmi di Eduardo De Filippo si installerà per sfatare la leggenda che vuole che il palazzo sia abitato da un impenitente fantasma.
E la Sastri illustra con sapienza di interprete, stanza dopo stanza, tutti i suoi ricordi, tutte le sue passioni, tutte le sue paure, attingendole e ripescandole direttamente dal suo animo più profondo. Quelle stanze sono uno spazio dell’inconscio che l’artista mostra in tutto il suo candore e limpidezza di napoletana verace.
All’aprirsi del sipario, di spalle, di rosso vestita, è lei a dar voce ai suoi otto strumentisti straordinari, dapprima dialogando nel brano di apertura “Ie te vurria vasà” col pianoforte (Gaetano Desiderio) poi con “Era de maggio” con un appassionata fisarmonica (Salvatore Piedipalumbo) ed infine col violino (uno strepitoso Gennaro Desiderio) in “Core ‘ngrato” e lo spettacolo può avere il respiro che si merita, può aprirsi su di un antologia di canzoni più o meno note della tradizione napoletana davvero uniche e struggenti.
Siamo in una piazza di Napoli, forse a Piazza dei Martiri a prendere un caffè. L’impianto scenico di Bruno Garofalo con pochi elementi, un gruppo di sedie spaiate, pochi tavolini raggruppati ai lati della scena fanno rivivere atmosfere care a chi conosce bene quella città, ‘città matrigna e senza cuore’, dove ‘la musica è nata per mancanza di Dio’ e dove si può ballare un appassionato tango sotto gli occhi incuriositi dei passanti. Napoli come Buenos Aires. Accompagnata da gesti scaramantici, come gettarsi il sale alle spalle in segno di protezione per chi non è propriamente favorevole al nostro operato, la protagonista staziona in scena con la sicurezza e la sapienza di un entusiasmo stratificato nel corso della sua continua ricerca sugli svariati linguaggi espressivi che ha praticato sempre con grande passione e coraggio.
Esemplare è l’esecuzione di ‘Tammurriata nera’, per metà recitata e per metà cantata, dove la tammorra, appena sfiorata dalle dita di Salvatore Minale, scandisce un battito cardiaco straziante e palpitante da far accapponare la pelle. E c’è spazio anche per un gemellaggio con la pizzica salentina con “Taranta”, parente prossima di tante musicalità partenopee, il tutto per gli ottimi arrangiamenti di Maurizio Pica.
E parafrasando la nota canzone “Guapparia”, anch’essa inclusa nelle ottime scelte della scaletta della serata, ‘magge purtato o cape cuncertino’, interpreti coinvolti e motivati. Su tutti campeggia in stato di grazia l’interprete ed autrice principale, come a confermare che ‘nun o vedite ca sto buone e voce’.
Mario Di Calo per malacopia
Diana Or.i.s presenta:
Lina Sastri in LInapoliNA. Le stanze del cuore, spettacolo in prosa musica e danza
musicisti: Filippo D’Allio (chitarra) Gaetano Desiderio (pianoforte) Salvatore Minale (percussioni)
Claudio Romano (2° Chitarra e mandolino) Gennaro Desiderio (violino) Gianni Minale (fiati)
Sasà Piedipalumbo (fisarmonica) Giuseppe Timbro (contrabbasso) Diego Watze (danzatore)
idea scenica e disegno luci: Bruno Garofalo, arrangiamenti: Maurizio Pica
coreografie: Alessandra Panzavolta, direzione musicale: Ciro Cascino
immagini videografiche: Claudio Garofalo, coordinamento costumi: Maria Grazia Nicotra
scritto e diretto da Lina Sastri
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