IL DIONISIACO CONTEMPORANEO PASSA PER ROTTERDAM.
Undicimila metri quadri di superficie per 11 piani di altezza, queste le dimensioni del “Markthal” il più grande mercato alimentare coperto d’Olanda inaugurato il primo ottobre a Rotterdam. Nell’imponente e colorato progetto architettonico, ispirato ai big market europei e messo a punto dallo studio Mvrdv, trovano spazio negozi, ristoranti, bar e addirittura appartamenti. Non solo mercato però, la struttura si candida a essere un punto di riferimento per incontri enogastronomici, workshop, happening ed eventi. (a cura di Nicola Perilli per repubblica.it)
I tempi, in cui mangiare era un semplice soddisfacimento di un bisogno fisico, stimolo insipito per attivare i processi di sopravvivenza, ci ricordano oramai il nostro passato di australopitechi quando il gourmet primitivo chic coincideva con costolette di mammuth e radici fresche.
Da allora l’uomo si è evoluto e dai dinoccolati e pelosi Neanderthal e Cro-Magnon, buongustai della carne al sangue cotta su pietra della Rift Valley, si è passati al garum (salsa di interiora di pesce) di Apicio a solleticare il kitsch dei banchetti imperiali, alle anomali gru allo spiedo con una sola coscia di Chichibio fino ai vari Bastianich e Cracco, fustigatori del surgelato e cultori del fungo rigorosamente lavato a mano.
Comunque si voglia guardare al cibo, nella sua variopinta evoluzione storica, esso rimane innegabilmente un piacere assoluto, l’unico generato dal concerto dei cinque sensi. Ci dà quella meravigliosa sensazione che ci trasporta fuori dal tempo, nell’oblio dei chili di troppo e dei limiti invalicabili del colesterolo, che per quella decina di minuti (il tempo di mangiare un boccone) sembrano davvero astruse teorie di stregoni della Papua Nuova Guinea.
Il cervello, al servizio della panza, impone la sua dittatura ideologica. La propaganda del gusto spazza via i programmi di salute nella fascia oraria di pranzo e cena, la Lambertucci e il dottor Oz finiscono nella trattoria della Sora Lella a magnà ‘a coda alla vaccinara (bonaaa), Elle Mcpherson sostituisce la colazione a base di frutta con i cupcakes ipercalorici del Boss delle torte Buddy Valastro, Roberto Bolle si abboffa di foccaccia ligure con lardo di Colonnata e stracchino (aribonaaa)
Questi effetti collaterali da Cibi del male sono figli di bisogni contemporanei speciali: desiderio di convivialità, di condivisione, di accesso ai doni della natura con quella superficialità e voglia di non prendersi sul serio, che sulla bilancia dell’esistenza si traducono in antidoto contro i mali del tempo e della storia, che suggeriscono piuttosto austerità, grigiume e diete a base di aria fritta.
Ci guida in queste esperienze misticofagiche il donisiaco contemporaneo, biricchino e imprevedibile, che scatena il caos soprattutto nei weekends, quando la curiosità verso nuovi sapori da condividere con satiri in sembianze di amici ci prepara una domenica a sorseggiare tisane al finocchio e digerseltz, giusto per ricordarci che anche il nostro ventre non ha più vent’anni.
E allora ci pensano gli artisti del MVRDV a ricongiungere Apollo e Dioniso e l’arte e il cibo si sposano felicemente nel tempio del gusto, che questa volta non è un’espressione metaforica ma il Markthal di Rotterdam, dove fiori, frutta e verdura dai mille colori fanno da contorno a una nuova frontiera del design architettonico che abbina il commerciale al residenziale. Mercato ortofrutticolo, ristoranti e gourmet si trovano in un immenso edificio a forma di ferro di cavallo. La cosa più sorprendente è che ai piani inferiori ci sono appartamenti in vendita e in affitto. La struttura realizza così il sogno utopistico dell’uomo gaudente che può usufruire in un colpo solo sia di un luogo di vendita di cibo al coperto, dove solleticare il proprio palato, sia di un condominio dal lifestyle alternativo.
Immaginate di uscire dalla doccia, di indossare al volo un pantalocino e un paio di infradito e ritrovarvi dopo pochi minuti seduti a sorseggiare un frappè con fragole olandesi oppure di svegliarvi nel cuore della notte con una voglia di qualcosa di buono… ma in casa non c’è niente (in tutti i sensi… se siete single!) e… su! Via per le scale al negozio di cioccolato ancora aperto (a Rotterdam si tira tardi) a gustarsi una crema di cacao del Venezuela.
Ma oltre al soddisfacimento del ventre e di quello specifico ed insolito desiderio che ci spezza la seconda serata o, peggio ancora, il sonno, il Markthal offre anche quella forma di cibo invisibile, quella celeberrima ambrosia di cui sogliono nutrirsi le anime superiori. Dopo una giornata pesante, il radical vegetariano, che mangia come un uccellino petto di tacchino e uova, che al carboidrato preferisce il palestrato e ha comprato per caso quell’appartamento senza sapere che al piano di sopra c’era l’emporio delle vanità gastronomiche, tornando a casa, potrebbe consolarsi mettendosi comodo sulla panchina di fronte al banchetto di frutta esotica e contemplando l’Horn of Plenty, cinque strati di stampa digitale che raffigurano in 3D l’illusione di frutta fresca, pesce, pane e fiori.
Un grande impatto di luci e colori che sa appagare nel profondo. E se il corpo resterà a secco almeno l’anima farà un ‘indigestione di bellezza.
Franz Iaria per malacopia
Scrivi un commento