LADY OSCAR SALE IN CATTEDRA ED È LECTIO MAGISTRALIS.
Dopo che Matteo Renzi ha riportato alla memoria collettiva Mila e Shiro il revival è dietro l’angolo. Negli Anni 80 sono stati tanti i cartoni che hanno popolato il nostro immaginario televisivo. Ma cosa ci hanno insegnato davvero? Ecco 15 best off e il loro insegnamento politicamente scorretto. (da d.repubblica.it)
C’è un filo invisibile che lega il passato degli adulti che furono bambini negli anni 80 ed è quello di essere stati tutti allievi della TV-Nanny, quando lasciare i figli davanti allo schermo non era un atto deprecabile dalla psicologia dell’età evolutiva. All’epoca (!) i genitori potevano stare tranquilli che i pargoli non prendessero coltelli per fare il tiro al bersaglio o si lanciassero dal letto a castello per verificare se il vuoto aveva il potere di trasformarti in Hurricane Polimar.
Passata la generazione degli anni ’70, quella dei Robots implacabili che non potevano essere divertenti e contemporaneamente pedagogici perché l’ordine del giorno della loro agenda spaziale era salvare il mondo o meglio il Giappone dall’invasioni di nemiche civiltà sotterranee o extraterrestri, il cosmo creativo dei manga degli anni ’80 elaborava un linguaggio nuovo che ha prodotto cartoni animati di altissima qualità e con sorprendenti spunti educativi, tanto da piacere anche agli adulti.
Qualche esempio. Un generale della Francia di metà XVIII secolo, che voleva un maschietto, ma a causa dell’orientamento singolare delle tube di falloppio della consorte, si ritrovò una figlia femmina, le mise un fioretto nella culla e ne fece un capitano delle guardie reali. Oscar, questo il nome della conversa di genere, si aggirava tra donne nobili e snob, vittime delle mode eau de parfum dell’epoca ed educate da precettori antesignani di Enzo Miccio. Era accompagnata da un attendente, André, che pendeva dalla sue labbra, frustrato nelle sue aspettative e vittima delle paturnie della vergine guerriera. Credette alla storia dei figli che nascevano sotto i cavoli finché Fersen non le/gli dimostrò che oltre la gonna c’era quel di più, compatibile con l’altra metà del mondo (il fascinum maschile, per dirla elegantemente). E allora scoppiò la rivoluzione, Maria Antonietta propose di risolvere la crisi offrendo croissant, antenati gustosi degli 80 euro in busta paga, André continuava a fare il collo lungo finché colse l’ultima mela, in punto di morte e in preda alla cecità monoculare (non è una parolaccia), per gentile concessione della tisica Oscar (era proprio un caso disperato).
E le mamme anni ’80 piangevano con le mani tra le bolle dello Svelto, e si ricordavano quei momenti quando i figli tornavano a casa, dieci anni dopo, con il 9 al compito sulla Rivoluzione Francese.
Certamente le palle rotonde, che diventano ovali con la forza di mani e piedi, sono ancora uno dei misteri di quegli anni, oggetto di studio della fisica e della dinamica più vintage. Quando i genitori concedevano alla prole la pausa merenda alle ore 16,00 allora fu il boom di Mila e Shiro, presentati dall’original nanny Paolo Bonolis con tanto di cane parlante rosa One (poi riutilizzato nei programmi di Paolo Limiti col nome di Floradora. Help).
Esplode la passione per la palestra, un luogo fino ad allora quasi sconosciuto ai teen-agers tutto trucco e lacca e pomeriggi dance trascorsi a chiacchierare con cordless dalla forma di citofono. Tutti vogliono provare a saltare 26 metri e rimanere sospesi in aria 15 minuti mentre l’avversario prende un caffè, per poi scegliere il punto dove scagliare la palla a 138 kmh con un attacco laser o una schiacciata a tempo differenziato. Bingo, mezz’ora proficua: i bimbi assumono zuccheri con un tegolino fresco fresco, riprendono a fare i compiti pieni di energie e gasati e poi si tolgono dalle balle per altre due ore per andare a giocare a pallavolo e sognare le Olimpiadi di Seul (1988).
E c’era posto pure per l’educazione sentimentale, quelle piccole dritte da cogliere e utilizzare un dì futuro nel caso in cui un amore complesso dovesse volgere alla Kramer contro Kramer. E allora adolescenti si rimaneva perplessi quando Aran Benjo, il sexy pilota del Daitarn Tre, vestito di smoking elasticizzato che non si strappava tra le gambe nemmeno con le piroette più ardite, riusciva a flirtare contemporaneamente con la bionda e con la bruna, senza che si ammazzassero per chi dovesse schiacciare il pulsante dell’energia solare. In effetti la lezione teorica troverà il suo seguito quando ci si renderà conto che è possibile discutere con una donna incazzata senza rischiare la castrazione o il vaso cinese da 2000 euro regalo di mammà e per questo potenziale arma da lancio. Soprattutto, le vicende delle assistenti di Benjo, Beauty e Rejka, si rifacevano ad un dibattito sentito tra le adolescenti di allora, quelle stesse che cercavano risposte leggendo su Cioè qualche riga (saranno state sei o sette) tra le foto di Nick Kamen e degli A-ha mezzi nudi: le donne possono davvero essere amiche?
Last but not least, Candy Candy: costantemente vittima di donne gelose, da Irisa alla collega infermiera Flenny, che si vendicarono della sua avvenenza da contadinella con il piede equino, facendole pulire sterco di cavallo e cambiare cateteri a vecchi pazienti libidinosi. Tutte le adolescenti impararono che le loro coetanee erano delle vipere e furono sempre piuttosto prudenti nelle loro confidenze, soprattutto quelle più pudiche.
Finché non guardarono i Cavalieri dello Zodiaco e la povera Lady Isabel insegnò loro che le donne giammai sono solidari tra loro e conviene piuttosto rivolgersi a giovanotti di buona volontà. In effetti la terrena dea Atena si circonda di cinque cavalieri, Pegasus, Sirio, Cristal, Andromeda e Phoenix. E qui anche le mamme cominciavano a domandarsi perché non ci provassero con la dolce fanciulla, manco un bacetto. Ma poi, in quella puntata in cui Andromeda si alzò in volo, scagliando la sua catena con il sedere a piripicchio, il mignolo alzato (come Tognazzi ne Il vizietto quando prendeva il caffè) ed emettendo un suono dalla bocca quasi vaginale, tutto fu più chiaro e la lezione fu appresa in via definitiva: i migliori amici delle donne sono i gay.
Franz Iaria per malacopia
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