MALAVENTO: SOS ESTATE.
“Non basterà a confortare il settore turistico che da giugno ha subito perdite fino al 40%, flagellato dalla crisi e soprattutto dal maltempo: ma questo finale di stagione con cielo blu e temperature miti servirà almeno a risollevare gli animi”… (Giulia Destefanis per repubblica.it)
Quando ripenso a questa estate italiana appena trascorsa l’immagine che mi viene in mente è quella dei ragazzi bene di Sapore di mare, quando gli svaghi in pineta erano bruscamente interrotti dagli scrosci d’acqua e si cercavano ripari di fortuna, dove spesso, tra una goccia e l’altra condita di pollini, nascevano quelle prime volte da ricordare.
Piuttosto il malavento dell’estate 2014 è stato il serial killer delle aspettive del genere umano dell’esteta, la versione umana del body fashion. Litri di sudore, ernie ombelicali da sforzo, timpani sfondati da massacranti sedute di aerobica sacrificati sull’altare del Superuomo, ricacciato tutto bagnato e intirizzito dal grande palcoscenico della spiaggia al baretto del lungomare, deprivato del suo costume elasticizzato e costretto al K-way avvolgente, che non favorisce l’epopea del muscolo. E il cicciotto sovrappeso e barbuto, il cultore della forchetta e della passeggiata che fa digerire, che si iscrive in palestra giusto per favorire l’impresa, allergico alla lametta quotidiana, se la ride e si impossessa della scena quando i nembi neri trasformano il ristorante nell’unica possibile alternativa alla noia che stranisce.
E allora cosa resta per poter sopravvivere alla furia degli elementi, per poter trarre la linfa vitale per ricominciare una nuova stagione lavorativa riposati e non subito scazzati ed esauriti come in genere si arriva a novembre, invocando Babbo Natale perchè dicembre arrivi all”indomani?
Se mare e monti diventano una chimera, se Ibiza, Mykonos, Formentera e Porto Cervo, dove converge tutta l’umanità (ma le isole non avevano problemi di popolamento?), sono fuori dalla nostra portata (raga’, c’ e pur sempre la crisi o no?), cosa ci resta se non metterci in un furgoncino con gli amici e andare a scoprire un vecchio borgo e sperimentare i sapori di una sagra o conoscere bella gente, una passeggiata serale in un parco o sul lungomare e perchè no leggere un buon libro a gambe all’aria sul divanetto sul balcone?
Cos’è in fondo la vacanza se non coccolarsi un po’ e poter esattamente fare ciò che ci pare, quando ci pare e con chi ci pare? Resistiamo, sorridiamo e troviamo una via positiva in tutto, in perfetto stile Malacopia.
Prosit.
Franz Iaria per malacopia
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