Ne abbiamo tutti ammirato gli abiti indossati dalla splendida Fiorella Mannoia a Sanremo 2014, ora malacopia lo intervista per voi: malinvista ad Antonio Grimaldi, stilista.
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia? Ci racconti un episodio che ha a che fare con la malacopia?
La malacopia? Trovo che la malacopia per me sia base necessaria per il raggiungimento del risultato finale. Mi piace osservare come tutto il mio lavoro nasca da “malacopie”. Basti pensare ad un primo fitting, la base, il terreno di prova; una vera e propria tela sulla quale tutto è permesso. Sulla malacopia si può sbagliare, ricorreggere e di nuovo sbagliare, per poi approdare ad un risultato finale eccellente nel dettaglio. Ironicamente ripenso ad un recente avvenimento, che a tutt’oggi continua a convincermi di quanto importanti siano le malacopie. In breve, poco prima di scattare la collezione, tre giorni esattamente, a causa di una serie di eventi fortuiti, sono stati fatti sparire alcuni capi. L’unica via d’uscita sarebbe stata rifarli in soli due giorni; il danno reale, difatti, fu esattamente che l’importanza di questa consegna era rappresentata da capi che erano stati presentati, ordinati e venduti. La malacopia ci è venuta incontro anche in questa occasione: abbiamo ricreato tutto ciò che era sparito con il riutilizzo dei tessuti a noi rimasti. Il risultato? Attualmente quelle che (solo noi conosciamo) sono nate come malacopie, rappresentano tra i nostri abiti più venduti a Londra. La malacopia porta bene!
Lavoro: di gruppo o solitario?
Credo fortemente nel lavoro di gruppo! Il team è fondamentale e mi piace rappresentarlo come una macchina, all’interno della quale, ad esempio, la modellazione ne sia il motore e il design e la creatività si riconoscano come ricercatezza dei tessuti e mano d’opera. Il capo si finisce e si concretizza nel momento in cui tutti i tasselli, ognuno al massimo della sua qualità, si ricongiungono dando vita a quella che è tutta la nostra produzione.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Penso e vivo il mio lavoro in continua oscillazione tra odio e amore. Inquieto e felice, e nuovamente felice ed inquieto; una pioggia di emozioni contrastanti che danno vita ad una tempesta di stimoli altalenanti tra novità e paure.
Cos’è per te la creatività?
La creatività rappresenta la mia vita: vivo di creatività indipendentemente da tutto! Ritengo che l’essere umano sia dotato di un potenziale creativo; ogni mattina ci svegliamo, immaginiamo e creiamo al fine di reinventarci.
Assolutamente si! la creatività è utile perché, anche inconsapevolmente, è necessaria per darci emozioni. Si è creativi sin dalle piccole cose, è tutta una questione di riscoperta della propria curiosità. Sognare e creare inventando la propria quotidianità.
Un’idea per il futuro.
Che sparissero le “fashion victim” dalla faccia della terra!
Sì, esatto: trovo assurdo e stupido come possano esistere ancora persone che facciano i propri acquisti basandosi sulla scelta di un logo o di una marca che ne rappresenti esclusivamente il prezzo e non la qualità. Un “business di necessità” lontano da qualsiasi senso del buongusto, con un risultato finale privo di personalità. Ognuno dovrebbe sentirsi innamorato di ciò che indossa, come fosse una seconda pelle, che si dovrebbe riconoscere come sinonimo di stile e rappresentazione di se stessi.
Antonio Grimaldi e malacopia
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