Malinvista è la nuova rubrica di interviste malacopia ad amici, complici, amanti… dell’universo malacopia. Iniziamo con un amico storico di malacopia, l’attore e scrittore Luciano Manzalini. Buona Malinvista!
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia? Ci racconti un episodio che ha a che fare con la malacopia?
Benedetta malacopia!! Conservo tutte le bozze di spettacoli, racconti o poesie che io abbia elaborato. (Presto dovrò prendere una casa più grande). E quando ritrovo una di queste malacopie (sarà così il plurale?), anche la più provvisoria, la più approssimativa, spesso quella mai sviluppata, magari su un blocchetto di appunti abbandonato nel cassetto più nascosto del mobile più dimenticato della stanza a cui raramente accedo, per me è come ritrovare un tesoro, magari mal scritto, ingenuo, anche sgrammaticato, ma pur sempre un figliol prodigo di buone intenzioni.
Lavoro: di gruppo o solitario?
Potrei dire: meditazione solitaria e lavoro di gruppo, ma non c’è una regola fissa. Il lavoro di gruppo è sempre più protettivo, ma c’è anche una responsabilità maggiore. Confesso che le mie crisi di panico pre-spettacolo sono sempre avvenute in situazioni di gruppo, perché non avevo solo me stesso a cui render conto. Quindi, concludendo: creazione solitaria, o quasi, e rappresentazione di gruppo, ma non troppo affollato. Per fare un esempio, una carrozza della Metro alle 11 del mattino.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Lavoro? Quale lavoro? E non parlo così per via della crisi, ma solo perché non ho mai considerato il mio lavoro come un “lavoro”. Lo penso sempre come un gioco, rischioso certo, ma sempre un grande privilegio. Non scherziamo per favore! Io non mi alzo tutte le mattine alle 5 per arrivare in tempo sul posto di lavoro. Certo, ci sono altri problemi, ma ogni lavoro ha i suoi. A dire il vero talvolta mi sono alzato alle 5 per girare scene cinematografiche, ma non certo tutti i giorni, 5 volte alla settimana, né per tutta la vita. Ma se proprio devo lamentarmi, sentite questa a proposito di cinema: possibile che quando è inverno ti fanno sempre girare seminudo e quando è piena estate sei coperto di lana da capo a piedi?
Per esempio, è cercare di rispondere ad un’intervista in maniera non troppo banale senza voler fare gli originali a tutti i costi. Cercare qualcosa di nuovo senza rincorrere la “novità”, far sembrare l’effervescenza qualcosa di naturale.
Creativo è anche utile?
Naturalmente. Soprattutto per chi crea. Innanzitutto, è una forma di terapia gratuita che rende molto più sopportabili le nostre ansie. Peraltro, anche il non riuscire a creare quando lo si vorrebbe diventa fonte di ansia. Ci troviamo così di fronte o, meglio, all’interno di un circolo vizioso da cui si esce solo al concepimento della creazione: un rischio che vale la pena di correre, data la consistenza del benessere che ci attende.
Un’idea per il futuro.
Un provvidenziale ritorno al passato.
… con amore
Luciano Manzalini e malacopia
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