Malinvista a Maria Teresa Scorzoni, giornalista e scrittrice.
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia? Ci racconti un episodio che ha a che fare con la malacopia?
Ho frequentato la “brutta” alle elementari e ne conservo un ricordo inquietante. La malacopia era quello che non potevi essere, a favore di una bella versione emendata da tutti gli errori. Che ansia! Eppure gran parte della verità stava lì: nei pensieri di getto, nelle macchie d’inchiostro, nei pentimenti, negli strafalcioni di ortografia, sotto le cancellature più fitte. La mia calligrafia era un supplizio. Brutta in mala e brutta in bella, non c’era verso. Più cercavo di fare bene, peggio era, con il tratto privato della sua personalità come certe facce stirate dal chirurgo plastico. Alla fine la bella non c’entrava più nulla con la brutta, nemmeno nei contenuti, ma tutti sembravano contenti. E la parte più genuina e primitiva di me finiva nel cestino. Quando finalmente ho potuto scegliere… Ho cacciato la bella e ho promosso la mala?! Macché, le ho tenute entrambe. Perché se la malacopia è Cenerentola e fa innamorare il Principe, la bella è pur sempre la Bella e conquista la Bestia! Il computer mi ha aiutato parecchio in questa felice soluzione, perché è tanto intelligente e non butta via nulla.
Lavoro: di gruppo o solitario?
Per spiegarmi citerò Lucy, sorella di Linus: “Io sono mia… con qualche aiuto :)”.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Sono una giornalista, o meglio una cronista. Guardo, ascolto e scrivo. Se non c’è niente da riferire, taccio. Non amo esprimere le mie opinioni personali, che oltretutto sono spesso in contraddizione fra loro. Da giovane sognavo di fare l’editorialista, di scrivere bei fondi nei quali spiegare il mio punto di vista sul mondo. Teoricamente oggi dovrei essere più preparata a questo compito, visto che ho più esperienza. Invece è il contrario. Le spiegazioni sono due: 1. “Con l’età si matura il beneficio del dubbio”; 2 “la vita ti svuota invece di riempirti”. Ora che ci penso ce n’è una terza; nessuno mi ha mai chiesto di scrivere un editoriale. Amo la cronaca, ma anche il giornalismo d’inchiesta e sono un vero segugio. Quando fiuto una pista non la mollo e alla fine, il più delle volte, azzanno la preda. E’ un lato del mestiere pericoloso, perché si rischiano molti bocconi avvelenati, infatti ho la gastrite.
Cos’è per te la creatività?
È quella cosa che tengo a bada giocando a carte. Quando il fragile castello crolla e la creatività s’impadronisce di me è la sensazione più bella del mondo. Per passare dall’euforia creativa al lavoro creativo però ho bisogno di interlocutori. Posso fare scintille, ma ci dev’essere sempre qualcuno a provocarle e a tenere vivo il fuoco. Per creare qualcosa ci vuole amore, pazienza, dedizione, comprensione, fatica, bisogna essere almeno in due. Da sola mi annoio e mi distraggo.
Vivere è utile? Non lo so, mi piace parecchio comunque.
Un’idea per il futuro.
Per il mio futuro personale: vorrei parlare davvero l’inglese e persino capirlo. Per l’Italia vorrei riformare la Lotteria di Capodanno: invece dei soldi si estraggono a sorte i posti in parlamento. Durata in carica 5 anni e poi a casa. Per il governo puoi comprare il biglietto, ma devi avere anche il curriculum e i titoli per gestire un ministero. Poi si estrae a sorte. Durata in carica 5 anni. Presidente della repubblica e del consiglio (stessa persona) eletto a suffragio universale, perché è il garante della costituzione. Soliti 5 anni. Stipendi allineati con la media europea.
…con amore
Maria Teresa Scorzoni e malacopia
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