Malinvista con brio a Marina Pagliuzza, “umana adulta multifunzionale”, come ama definirsi! 🙂
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia? Ci racconti un episodio che ha a che fare con la malacopia?
Il termine malacopia mi fa sempre venire in mente “malapecora”, il blog di una cara amica che si occupa con leggerezza di postporno e con il giusto peso di politica e femminismi.
Lavoro: di gruppo o solitario?
Di gruppo! Non mi piace stare da sola e anche quando faccio un lavoro individuale (tipo roba contabile etc…) preferisco farlo in mezzo ad altre persone. Quando non posso e sono sola ho quasi sempre almeno un paio di chat aperte.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Il mio lavoro è ZAZIE, cioè un progetto di negozi che fanno cose buonissime di frutta e verdura. Siamo ancora piccoli perché siamo nati nel 2010 ma ci stiamo allargando: dopo 2 negozi a Bologna, siamo in procinto di aprire a Roma e a Torino (quest’ultimo punto vendita in uno store WP). Oggi vivo il mio lavoro come un progetto faticoso ma stimolante, su cui sto investendo tutto e lo penso nel futuro come una realtà solida ma elastica e in continuo mutamento.
Cos’è per te la creatività?
Una roba che, legata al lavoro, mi provoca stati di ansia orrenda. Quando ho iniziato a lavorare, era un momento in cui andava molto la figura del videogiornalista che, tradotto, era uno sfigato che forniva servizi pronti per le più disparate trasmissioni coprendo sia la parte giornalistica che il montaggio che la regia che la produzione. Praticamente tutto. Ci mancava solo che suonasse anche l’armonica e la grancassa. Ecco io ho iniziato da lì e la parte “artistica” e creativa della questione era veramente un incubo per me. Infatti poi sono passata alla produzione e ho riacquistato gioia di vivere. Oggi ho ritrovato il divertimento legato alla creatività inventandomi riparazioni, giochi e oggettini per mio figlio. E i libri pop up, che mi appassionano un sacco. Un giorno ho scoperto di essere in grado di progettarli e costruirli e così ho tenuto anche qualche workshop con la mia amica Lucia Principe. Io progetto e faccio dei prototipi bruttissimi e tutti storti ma funzionanti, lei li prende e li trasforma in oggetti precisissimi e puliti.
Creativo è anche utile?
Dipende. Spesso è anche inutile. È un po’ come il termine “ironico”, che ha un significato ben preciso ma che da qualche anno viene usato a sproposito: appena uno dice una cavolata pazzesca e tu glielo fai notare, tu guarda e ti dice “ovviamente era una cosa ironica” come se tu fossi un povero demente. Ma non tutto è ironia, spesso è anche la cavolata pazzesca di cui sopra. La creatività viene un po’ usata nello stesso modo. Qualsiasi scemata autoprodotta viene sdoganata come meravigliosa in quanto creativa. Ma io penso che la creatività sia una cosa un po’ più seria. Ed è un errore che viene fatto spesso con i bambini. Prima venivano menati se non facevano le lettere geometricamente perfette, adesso vengono osannati come geniali creativi anche se rovesciano un barattolo di vernice su un foglio. Ecco: io se mio figlio fa una cosa orrenda e buttata lì per caso proprio non riesco a dirgli “ma sei bravissssssssssimo!”. Infatti sto già risparmiando per potergli pagare un buon analista tra qualche anno.
Un’idea per il futuro.
Riposarmi, dormire, annoiarmi. Tre cose che mediamente faccio troppo poco.
con amore
… Marina Pagliuzza e malacopia
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