Malinvista della settimana a Massimiliano Zantedeschi, agente letterario. Buona lettura!
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia? Ci racconti un episodio che ha a che fare con la malacopia?
Lo sono tutti i libri prima della pubblicazione. In agenzia, per me e il mio collega Rossano, è una delle materie prime del nostro lavoro. Ma se penso a un episodio che mi riguarda personalmente, ne ho uno che mi fa ridere sempre. A suo tempo, ho lavorato sodo per più di un anno e mezzo alla mia tesi di laurea; l’ho curata, pulita, sistemata, riletta non so quante volte. Lo stesso la mia relatrice. Ero davvero orgoglioso quando sono andato a ritirarla in tipografia. Potete immaginare il mio stupore quando mi sono accorto di aver spedito il file sbagliato, e fatto stampare la prima stesura completa, non revisionata. Non c’era tempo per ristamparla, e così mi sono laureato con una malacopia (ancora regolarmente depositata presso la biblioteca dell’Università).
Lavoro: di gruppo o solitario?
Io e Rossano abbiamo trovato un ottimo equilibrio. Per la maggior parte del tempo lavoriamo in uffici diversi, a 100 km di distanza, ma in contatto costante e con planning condivisi in tempo reale. Direi quindi che mi piace lavorare in modo indipendente, libero, ma non da solo.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Amo il mio lavoro, e mi piace pensarlo fluido, in continuo divenire. In Italia l’immaginario sull’agente letterario si va formando molto lentamente circa dagli anni ’80, ma la realtà corre molto più veloce. Da quando abbiamo fondato la TZLA nel 2005 già tutto è cambiato. E cambierà ancora!
Cos’è per te la creatività?
Con una metafora, è un albero che dà frutti solo se è coltivato con cura, determinazione, pazienza e un po’ di umiltà.
Credo sia l’unica cosa utile, no? La creatività, dico. Il resto è status quo.
Un’idea per il futuro.
Guardare al passato (non conta se bello o brutto) solo dallo specchietto retrovisore.
…con amore
Massimiliano Zantedeschi e malacopia
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