Malinvista a Paola Pallottino, storica dell’arte, illustratrice e paroliera italiana, di cui abbiamo già avuto il piacere di parlarvi qui. Buona lettura!
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia? Ci racconti un episodio che ha a che fare con la malacopia?
Non so se ho capito bene. Comunque vivo in un turbine di fogli e foglietti con gli appunti più disparati, spesso scritti in stampatello per l’impossibilità di decifrarli un’ora dopo… E tendo a conservare la prima stesura di tutto quello che scrivo, sempre rigorosamente a matita, anche se con il computer è sempre più difficile risalire al testo originale per la facilità e la tentazione di operare continue correzioni.
Lavoro: di gruppo o solitario?
Lupa solitarissima! Il ‘brainstorming’ non fa per me. Amo il mio prossimo a ragionevole distanza, salvo che per indispensabili contatti di lavoro.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Me piace tanto lavorà! Distinguendo fra lavoro commissionato (conferenze, articoli, saggi per cataloghi, ecc.) e progetti personali, in genere ho bisogno della sicurezza di un tempo abbondante e senza interruzioni, per questo non riesco a portare avanti più lavori contemporaneamente. Poi, come credo per tutti, seguo un percorso minuzioso tracciato mentalmente, del quale ho previsto ogni aspetto, salvo improvvise rivelazioni notturne che richiedono la matita sempre pronta.
Cos’è per te la creatività?
L’invenzione di inedite possibilità combinatorie.
Creativo è anche utile?
Per me, sì: molto.
Un’idea per il futuro.
Mantenere sempre vivo il contatto con il passato e reinterpretarlo utilizzando la consapevolezza e gli strumenti di oggi.
…con amore
Paola Pallottino e malacopia
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