Malinvista alla pittrice Renata Solimini.
Tu e malacopia: cos’è per te la malacopia? Ci racconti un episodio che ha a che fare con la malacopia?
Un quadro venuto male o lasciato incompiuto e su cui ho dipinto ancora fino a raggiungere un risultato per me soddisfacente. In questo caso sarà un quadro frutto di stratificazioni, elaborato con più fatica ma comunque riuscito. La malacopia come esperienza di correzione continua fino ad avvicinarsi a una composizione armonica.
Lavoro: di gruppo o solitario?
Solitario, ma il risultato del lavoro artistico è anche frutto di stimoli visivi, osservando altre opere d’arte e confrontandosi con gli artisti. L’arte si nutre di arte e allora il lavoro in tal senso diventa collettivo.
Ci descrivi il tuo lavoro: come lo vivi e come lo pensi?
Il mio lavoro artistico è una ricerca incessante. Inseguo una sintesi tra le mie tendenze grafiche e pittoriche che possa esprimere al meglio la mia visione interiore. Passo da un disegno a un quadro e viceversa: dopo che ho dipinto mi manca il segno dell’inchiostro su carta, dopo che ho disegnato non vedo l’ora di stendere col pennello il colore.
Cos’è per te la creatività?
La creatività è dinamismo, invenzione, fantasia, riuscire a stupire sempre con nuove idee
Creativo è anche utile?
Certamente, la creatività che si esprime attraverso l’opera d’arte comunica emozioni e mette in comunicazione, ti rende parte di un mondo parallelo, come un viaggio tra due realtà. Consente di sintonizzarti su altre lunghezze d’onda: puoi attraversare un dipinto, sentirtici dentro e viverlo. L’arte aiuta ad essere liberi.
Un’idea per il futuro.
Navigo a vista, difficile immaginare un futuro, ma l’arte sarà sempre con me.
…con amore
Renata Solimini e malacopia
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