Mi ritrovo sempre a pensare al mondo “expat” come a un universo parallelo ospitato praticamente in ogni parte del mondo e influenzato marginalmente dalla città ospitante, che è giusto un corollario che dà colore all’esperienza ma non la cambia nella sostanza. Chi fa l’expat per soldi ma se ne starebbe volentieri in patria, chi con la passione di vivere il mondo, chi per seguire il consorte, chi “ma qui non sanno cucinare la pasta”, chi “qui si’ che funzionano le cose, altro che in Italia”, ma in fondo siamo tutti molto simili.
Ho letto Mamme nel deserto con gratitudine, perché in molte pagine ci sono scritte, praticamente parola per parola, con l’inglese che salta fuori dove ‘prima’ usavamo l’italiano, le cose che vorrei raccontare della mia pur diversa esperienza. A caccia di Nutella nel supermercato del mall – i mall, queste città nelle città, che diventano il punto focale di molti expat, tra play date per conoscere gli altri genitori e Skype per cercare di sentire vicini gli amici lontani.
Chi passeggia in parchi londinesi, chi si ripara dalle tempeste di sabbia e chi è imbottigliato nel caos di una metropoli asiatica, poco importa: ecco che Mimma e Drusilla ci raccontano la festa del 2 giugno, che in italia ci passava quasi inosservata, la vita più libera e agiata con grandi macchine e vista mozzafiato dall’appartamento, le scuole internazionali con la crudezza dei loro assessment su bambini di tre anni, le grandi strade a quattro corsie in città, le serate che per raccontarle ti sembra di iniziare una barzelletta (un americano, un francese e un italiano…), poche amicizie vere tra la “vera” gente del posto, i nostri figli, diversi all’estero e diversi in Italia, con più timbri accumulati nel passaporto in tre anni che noi in trenta. Che poi, a tre anni, manco ce l’avevamo il passaporto!
Mamme nel deserto ci narra in modo vivido, quotidiano e brillante, episodi esilaranti come la presunta signora in topless al club e momenti di sconforto nel reinventarsi una vita in in mondo che sembra a volte vuoto, sullo sfondo di una grande amicizia.
Mi ha commosso “l’incontro” di Mimma con Kuwait City perché mi ha riportato bruscamente al mio incontro con Jakarta. Diversa la città (a parte il primo risveglio, eh! Ugualmente traumatico all’alba, nonostante il fuso orario, al canto del muezzin), diverse le circostanze e le persone, ma così familiari le emozioni…
Mimma e Drusilla me lo raccontano e me lo ricordano, siamo una comunità unita dalle forti emozioni degli stravolgimenti di vita, dai Natali squallidi magari passati al caldo che diventano pura poesia a forza di indaffararci a ricreare l’atmosfera, tra le amicizie di passaggio così profonde che ogni addio lascia un solco nell’anima e quella così familiare “dipendenza da valigia”…
Qual è la prossima meta?
Silvia Nardino Pavan (Assistente amministrativo all’ambasciata italiana a Jakarta)
per malacopia
Drusilla Galelli – Mimma Zizzo, Mamme nel deserto (ma come ci siamo finite in Kuwait?), Carsa edizioni (Collana Expat), 2014, pgg. 160
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