Muori perché sei il nemico di tutto ciò che ami…
Mr. Ward a colazione testo regia, ed interpretazione di Riccardo Castagnari al Teatro Belli di Roma fino al 19 ottobre 2014.
Un candido contenitore vuoto da riempire, immacolato e claustrofobico, da abitare con la propria impulsività, i propri sentimenti, condivisi o meno dal partner. Una pagina bianca tutta da imbrattare, dove appuntare i propri desideri e le proprie frustrazioni con l’esigenza di fermare immagini e sensazioni. Un corpo nudo da vestire e rivestire per poi di nuovo spogliare, come un appendiabiti da rianimare a forza di baci e carezze.
Un cubo illuminato di rosso che palpita, un cuore che pulsa gli ultimi battiti di tragico finale. Questo è l’inizio di Mr. Ward a colazione ossia Come la volpe presa nella tagliola, testo scritto, interpretato e diretto da Riccardo Castagnari, alias Quince, che fu straordinario interprete di Marlene D., spettacolo bello e originale, rappresentato in tutta Europa.
Debutto nazionale al Teatro Belli di Roma di questo testo che nelle intenzioni dell’autore è un omaggio a Tony Ward, il modello americano diventato famoso grazie agli scatti di Herb Ritts, ed attore protagonista di alcuni film di Bruce Labruce, ma soprattutto indiscutibile icona dell’ideale omosex.
In realtà è una struggente storia d’amore, durata dieci anni, fra un uomo di 40 ed un ragazzo di 20. Ma la differenza d’età è relativa dal momento che entrambi ne son coscienti, maturità ed immaturità sono sullo stesso livello. Piuttosto, è la difficoltà di amare che viene fuori, ed è un dolore lancinante constatare che tutto può finire da un momento all’altro.
Ricorda molto A single man, il romanzo del 1964 di Cristopher Isherwood, da cui Tom Ford nel 2009 trasse uno straordinario film. L’autore infarcisce la storia di un substrato colto e raffinato ispirato dichiaratamente al mondo di Alfred De Musset, quasi come sentisse l’esigenza di dare un contenuto alto a qualcosa che apparentemente potrebbe apparire quotidiano e seriale. Suddiviso in un introduzione- prologo, cinque capitoli ed un epilogo, lo spettacolo è un manuale dei sentimenti.
Tutte le azioni e gli sviluppi drammaturgici sono doppiati da un immaginario iconografico, con proiezioni e reiterazioni di azioni condivise sulla scena, sdoppiamenti e raddoppiamenti, particolari fisici e organi genitali riportati in primo piano col pudore di chi offre qualcosa di svilito e martoriato.
Una messinscena giocata tutta sul bianco e nero, un positivo e un negativo, un giorno e notte, un diritto ed un rovescio, un Yin e Yang dove i ruoli son tutti da riscrivere aldilà di qualsiasi differenza o discriminazione.
Accompagna i due interpreti una compilation musicale che va da Bad Romance di Lady Gaga remix a One Day Baby We’ll Be Old, un tappeto musicale onnipresente, sul quale danzare o fare l’amore.
Riccardo Castagnari è un fine interprete che scandisce ogni parola e fa un rapporto preciso e dettagliato della natura di quel sentimento travagliato. Anche quando il drammaturgo Castagnari va in terza persona, l’emozione è calibrata e registrata su un tono unico, quasi fosse un portavoce del teatro shakespeariano. Gli fa da contraltare il giovane Igor Petrotto, un bell’indifferente, attraente e un pò bullo di periferia, anch’esso impersonale, quasi risentito, che mostra di sciogliersi solo nell’incontro dell’altro corpo. La sua necessità è quella di riportare una cronaca dei fatti e non quanto affettivamente il suo personaggio ha investito e preteso sentimentalmente.
Nell’insieme lo spettacolo risulta freddo e glaciale, quanto il contenitore in cui si svolgono le azioni. Risulta difficile identificarsi in una emozione se non è rappresentata, ma è una scelta coraggiosa ed estrema che va apprezzata, scelta talmente estremizzata che gli attori non sentono l’esigenza di venire a ringraziare il pubblico alla fine della rappresentazione ma in sostituzione della loro emotività viene mandata l’ultima clip riassuntiva della loro travagliata storia d’amore.
Mario Di Calo per malacopia
Mr, Ward a colazione
Come la volpe presa nella tagliola
testo e regia di Riccardo Castagnari
con Riccardo Castagnari e Igor Petrotto
una produzione Tavole da Palcoscenico
Qui il trailer 🙂
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